domenica 28 dicembre 2008

Erano meglio le tre civette...


Quando si assiste al declino di un mito, ci si aggrappa a qualunque velleità critica riabilitante piuttosto di indicare finalmente ed inequivocabilmente la nudità del re.
Non sarà questo il caso. Affronterò, seppure con dolore, la triste realtà:
Aldo, Giovanni e Giacomo, con il loro ultimo film -per tacere gli esiti già incerti delle precedenti due uscite cinematografiche- hanno per me decretato la loro
inesorabile,
imbarazzante,
tristissima
FINE.

Fino a prova contraria, certo.
Ma, in certi casi, è una prova pressochè indimostrabile.

mercoledì 24 dicembre 2008

Il Natale è uno stato mentale


E quest'anno, lo stato di quello stato non è mai stato così frustrato (si, mi piace giocare con la lingua anche col pandoro nelle arterie).
Diciamo solo che il mio equivalente personale della messa natalizia di mezzanotte, in questo periodo, può essere sintetizzato dagli intensissimi tre minuti del video che posto più giù.
Credo non si possa negargli una dimensione spirituale e suggestiva intensissima.
E per chi ha visto ed amato la metafisicità del film di riferimento, non è affatto fuori luogo ammettere anche l'aggettivo "spirituale".
Vedere per credere:



Bene,
anche se in modo del tutto particolare, era un modo come un altro per augurare a tutti
BUON NATALE!

lunedì 22 dicembre 2008

Qual simbol d'amor...?


Curioso che la sequenza cantata più bella e commovente di uno dei classici senza tempo da me preferiti (e la cui messa in onda in tv è ormai monopolio esclusivo delle vacanze natalizie) ruoti simbolicamente attorno all'unica icona valoriale, all'interno di quel film, che con gli anni ho smesso di amare per prima: la Cattedrale.
Non che sul donare penny agli uccellin sia messo tanto meglio...



PS: segnalo anche il mio primo post scritto per La Fortezza.

venerdì 19 dicembre 2008

Autoreferenzialità del blog-verso


E dopo un post dedicato a premi ricevuti e dati da/ad amici e colleghi blogger, che a loro volta avevano ricevuto e dato premi da/ad altri amici blogger, mi limito a due sole segnalazioni riguardanti due importanti amiche blogger.
La prima è Tuiti, la quale ha scritto recentemente un lungo ed interessantissimo post ispirandosi al discorso da me fatto qualche giorno fa. Tale post è corredato di ampi ed altrettanto interessanti commenti sul tema (motivo in più per cliccare il link ad esso relativo).
La seconda è Isline, che è l'unica -fra le persone che mi aspettavo- a non aver ancora ritirato il suo premio... Dai, dai, dai!!!

mercoledì 17 dicembre 2008

Doppio premio


Con sommo piacere, comunico in questa sede due piacevoli eventi virtuali che riguardano il sottoscritto blogger.

Il primo è il patto d'acciaio con le dolci pulzelle de La Fortezza delle Scienze, ovvero Arabafenice e Glittervictim, che da semplice fan mi hanno elevato a nientepopodimeno che co-autore del loro mitico blog. Per questo, occasionalmente, mi troverò a linkare i miei "contributi" su quella sede in post -probabilmente poco attinenti- pubblicati qui, o addirittura a postare qui e lì contemporaneamente lo stesso pezzo. Ad ogni modo, per chi amasse i fenomeni e le icone pop anni 80 e 90, La fortezza dovrebbe già essere da un pezzo una frequentazione assidua!

Il secondo evento è il premio blogger DARDOS, conferitomi a sorpresa -e con me anche ad altri 14 blogger, come da regolamento- dalla brava Flo. Dando per scontato di non poter ricambiare il favore votandola a sua volta (cosa che mi dispiace molto, perchè il suo blog mi piace moltissimo), mi trovo a mia volta a dover segnalare 15 blog meritevoli, a mio giudizio, di aver "dimostrato impegno nel trasmettere valori culturali, etici, letterari o personali".
C'è da premettere che io, personalmente, sono sia molto contrario alle catene di sant'Antonio che particolarmente scettico nei confronti dei premi blogger in generale (chi li ha diffusi? a quale scopo? come si può valutare il giudizio dei valutatori? ecc. ecc.).
Tuttavia, per una volta, voglio dismettere i panni di Fox Maulder e stare un pò al gioco. Dopotutto, è quasi Natale.
Come previsto, incollo i tre punti del regolamento e il logo del premio:

1. accettare e comunicare il regolamento visualizzando il logo del premio;
2. linkare i blog che ti hanno premiato;
3. premiare altri 15 blog meritevoli avvisandoli del premio.

Bene, a questo punto elenco i miei blogger preferiti in ordine sparso:
- Isline ;
- Creosoto ;
- Giustina ;
- Alex Crip ;
- Braccio ;
- Gparker ;
- Stefania ;
- Franca ;
- Chit ;
- Arabafenice e Glittervictim (per La Fortezza delle scienze, della quale non sono ancora co-autore e che quindi mi sento di poter votare senza conflitti di interessi);
- Evilmonkeysays ;
- Tuiti ;
- Asbadasshit ;
- Rrobe

Come specificato nella formula del premio, i meriti sono di vario tipo, ma comunque forti.
Anche quando non c'è un rapporto vero e proprio (nemmeno virtuale) con i blogger citati, o anche quando mi trovo in disaccordo con le opinioni da essi espresse, ritengo i loro contributi quasi sempre particolarmente brillanti, utili o interessanti.
Credevo di non avere 15 blogger da premiare, invece mi sono accorto che ne sono rimasti fuori addirittura alcuni. Pazienza...
Bene,
e ora?

AGGIORNAMENTO: sebbene l'abbia fatto personalmente già sul suo blog, ringrazio CHIT per avermi anch'egli conferito questo premio. Come ho spiegato, non stilerò un'altro elenco (non l'avrei neanche volendo) ma apprezzo moltissimo.
Potrei quindi reintitolare il post, visto che i premi sono effettivamente tre.
Ma direi che è meglio non stravolgere troppo le cose...


martedì 16 dicembre 2008

If... then...


Il What if...? è un filone di storie molto popolare fra gli amanti del fumetto seriale: si tratta di storie alternative che mostrano come si sarebbe sviluppata la vita di uno o più personaggi se un particolare evento della sua storia personale non si fosse verificato nel modo già noto - e sedimentato - ai lettori.
Ed è questo un artificio sfruttatissimo anche nei telefilm, sebbene spesso in chiave comica o surreale (per motivi narrativi vari).
Ma io, da amante anche di cinema, ripensando nostalgicamente (e a mente fredda) ad alcuni film e serie viste tempo addietro, mi chiedo invece spesso: E DOPO?

Quali difficoltà avranno incontrato, in un rapporto maturo e difficile, la ragazza di Mr Jones (un più che mitico Richard Gere) e lo stesso maniaco-depressivo protagonista dopo i titoli di coda?

Col passare degli anni, il ricordo di Soichiro sarà abbastanza sbiadito da permettere alla religiosissima e pudica ex-vedova Kyoko Otonashi di pensare più serenamente al proprio futuro di coppia con il suo nuovo marito, e magari di pensare a quest'ultimo come l'anima da ritrovare al proprio fianco anche nel mondo dei più, un domani lontano?

Che tipo di esperienze e rivelazioni avrà mai potuto fare l'autistico sopravvissuto del primo, claustrofobico CUBE dopo quella dissolvenza in bianco così pura ed accecante (e prima dell'orrido e successivo CUBE ZERO)?

Cos'avrà fatto il giovane Truman dopo essere uscito da quella porticina mimetizzata nel set della sua vita-show? Quali odissee legali, sentimentali, emotive e mediatiche avrà dovuto fronteggiare una volta rientrato nel mondo "reale"?

L'esempio più classico di questo tipo di fantasia però è:
ma poi, Cenerentola/Biancaneve/Rosaspina/principessa-generica ed il suo principe azzurro, dopo quel "felici e contenti", hanno davvero vissuto TUTTO il resto della loro vita senza psicosi, drammi, pericoli, sabotatori, malattie?
Io mi immagino invece una Biancaneve che si sveglia sudata di notte per aver sognato la vecchietta avvizzita della mela ma rifiuta la terapia perchè socialmente sconveniente; o il dinseyano principe Filippo ormai complessato e depresso come un reduce di guerra a causa dei ricordi legati alla sua lotta col drago (con relativi psicodrammi e tradimenti con la sua bella ex-addormentata, ormai sempre più insonne).
Ebbene,
questo filone, che niente -o quasi- ha a che vedere con i normali sequel e che sono perlopiù improponibili all'intero medesimo pubblico che ha amato le storie originali, io amo chiamarlo per opposizione:
...And then...?

E se mai un giorno dovessi trovare un libro che proponga la sua versione -in chiave non troppo ironica- di alcuni interessanti esempi, potrei davvero svenire.

venerdì 12 dicembre 2008

L'uomo centoventenario


Ultimamente sono rimasto particolarmente allibito dalla lettura di un ottimo articolo di Alexander Stille, pubblicato sul penultimo numero di Internazionale.
In esso, l'autore si concentra sul ruolo della sessualità nella figura politica e mediatica di Berlusconi.
Interessantissima la carrellata di aneddoti e riflessioni riportata: oltre ad episodi di esternazioni più e meno spudorate da parte del Cavaliere verso dolci pulzelle o di favori da lui chiesti e/o ricevuti, c'è anche una giustissima denuncia del sessismo dilagante sul ruolo delle donne in politica, strumentalizzate come mero ornamento e selezionate in base a meriti soubrettistici e di "compiacenza" piuttosto che per meriti di reale competenza. E con questa critica si sbugiarda e ridicolizza il tanto osannato impegno dell'attuale governo per l'occupazione femminile, in politica e non (della serie: se è questa l'idea che hanno delle donne al "lavoro"...).

Tuttavia, come al solito, l'attenzione mi è stata catalizzata soprattutto da un contributo minore. Si tratta di un pezzo di intervista a tale Umberto Scapagnini, medico personale di Berlusconi. La sua opinione "strettamente medica" del suo paziente è del tutto sbalorditiva:
"Berlusconi è il più straordinario soggetto psicofisico che abbia mai esaminato. E non lo dico per piaggeria. Sono uno scienziato di fama internazionale, non ho bisogno di adulare nessuno”.
E continuando a leggere, scopro che questo dottore avrebbe studiato le abitudini alimentari degli abitanti di Okinawa per scoprire i segreti della loro longevità, contribuendo a sviluppare un metodo per calcolare quella che LUI chiama la vera età biologica di una persona (che pare possa essere molto diversa da quella reale).
Così, ecco che baldanzosamente arriva a dichiarare:
Berlusconi è 15 anni più giovane della sua età anagraica. Il suo sistema immunitario e la sua capacità di resistenza sono fuori dal comune. Ha una personalità magnetica e una straordinaria capacità di comunicazione. Tra tutti i pazienti che ho esaminato è forse quello che ha la possibilità di vivere più a lungo. Se lo vede in costume da bagno, ha il tono e la muscolatura di un uomo molto, molto più giovane”.
Ma qui viene la parte interessante dell'articolo:
"Scapagnini spera di tenere in vita il presidente del consiglio fino a 120 anni, un’età che ritiene perfettamente raggiungibile da un essere umano".

E a questo punto, non ho neanche la forza di concludere il post con una battuta di spirito. Perchè credo che già stiate ridendo...

mercoledì 10 dicembre 2008

La straordinaria invenzione del libro


E visto che spesso, di questi tempi, sui blog si parla del Natale in termini di segnalazioni utili per eventuali idee regalo, non potevo esimermi dallo spendere due parole sul più bell'esperimento librario degli ultimi anni.
Sto parlando di un romanzo uscito già da almeno un anno, ma che farebbe sicuramente un'ottima figura sotto l'albero anche questo Natale -e i prossimi-.
S'intitola LA STRAORDINARIA INVENZIONE DI HUGO CABRET.
Per la trama e qualche dettaglio in più sul libro, rimando a questo link.
Qui mi limito solo a dire che è una storia bellissima e con una peculiarità su tutte: l'intera vicenda è strutturata in maniera tale da essere narrata in alcune sequenze SOLO attraverso le immagini, ed in altre SOLO attraverso il testo. Per questo motivo, i numerosi -e splendidi- disegni presenti nel libro non sono semplici illustrazioni della storia, bensì parti necessarie ma non sufficienti alla comprensione (ed al godimento) della stessa.
Io ho amato questo volume a 25 anni. Non oso immaginare se lo avessi potuto ricevere qualche anno prima.

lunedì 8 dicembre 2008

Pilato: chi era costui?


Ecco una cosa che spero di riuscire ad andare a vedere prima del 14 Dicembre (ultimo giorno utile):

Il Vangelo secondo Pilato.

Dev'essere molto bello, e l'articolo mi ha davvero ispirato.
Potrebbe essere una valida esperienza prenatalizia.

venerdì 5 dicembre 2008

Pescatore, grandi orecchie a sventola... Ma la scuola?


La mia attrazione per SANPEI (da noi reso con una più comoda sostituzione n/m) è molto successiva alla visione, per lo più frammentaria -quasi sbocconcellata- del suo lungo cartone animato.
Ho cominciato in realtà ad incuriosirmi alle avventure del ragazzo pescatore dopo averne letto un dossier su una rivista specializzata -la defunta Lodoss Magazine- che parlava del manga originale come di una delle opere più longeve, semplici e quasi zen del panorama nipponico.
Da allora, più che recuperare il cartone, ho sempre atteso la pubblicazione in versione italiana del fumetto.
In realtà nel 2004 hanno visto la luce alcuni volumi, ma si è trattato di storie nuove e non di quelle classiche degli anni 70.
Il suo autore, discepolo di Osamu Tezuka, ha riversato nei suoi disegni e nelle sue storie alcuni tratti del manga classico, miscelando con maestria i tratti essenziali (e talvolta caricaturali) dei personaggi a storie semplici con connotazioni ecologiste e buoniste di sorta.
Ma quello che mi ha fatto innamorare decisamente del personaggio, è stata proprio una riflessione dell'autore, Takao Yaguchi, contenuta in uno di quei quattro nuovi volumi speciali editi da noi nel 2004.

Yaguchi parte dalla riflessione che spesso i protagonisti dei manga sono ragazzi poco brillanti a scuola, dall'indole ribelle e un pò fuori dagli schemi ma dotati di capacità fisische o poteri notevoli. In un certo senso, dei falliti, degli antieroi che creano una forte empatia con i lettori.
Ma riflettendo sulla propria creazione, egli non nasconde di non aver aderito a questa tendenza.
"La ragione è semplice:", dice, "la vita di un personaggio simile è lontana anni luce da quella che ho condotto. Nella mia esperienza scolastica ho imboccato da subito i binari dello studente modello [...] Ecco perchè dico che non posso immaginare cosa provi chi soffre di scarsa applicazione o rigetto dello studio. Non potrei quindi far finta di niente e intestardirmi a disegnare situazioni di cui non so nulla".
E parlando più specificamente di Sanpei e delle domande più frequenti che i lettori gli hanno fatto, rivela:
"La più frequente è senz'altro quella in cui mi si chiede se il nostro eroe conduca una vita da studente o meno. La mia risposta in proposito è sempre la stessa e cioè si, ovviamente. Tuttavia in questo manga, visto che l'argomento principale è indiscutibilmente la pesca, la vita scolastica di Sanpei è stata tralasciata quasi del tutto. Di solito le vicende si dipanano e si concludono nell'arco di una giornata, quindi basta considerarla come una domenica, un altro giorno di festa oppure un lasso di tempo compreso nelle vacanze estive.".
E, anche se difficile da credere, quest'ultima risposta, così diretta ed ingenua, data da un professionista -in passato probabilmente secchione ai limiti dell'antipatia- ha illuminato il quadro complessivo della sua opera di una luce nuova, ed ha avuto il coraggio di affrontare un grosso tabù-tormentone dei genitori più apprensivi (ovvero quello della diseducatività dei cartoni dove i ragazzi sembrano non avere mai compiti da fare) con la leggerezza sicura di chi questo problema non se l'è mai posto veramente. Ma per pura cognizione di causa.
Lo so, qualcuno penserà che mi esalto (o mi stupisco) con poco.
Ma è di questi piccoli guizzi che gioisce l'appassionato.
Non è così?

mercoledì 3 dicembre 2008

Anomalie (n)e(lla) finzione [o Elogio del realismo inatteso]


Ci sono film, telefilm o libri che sono rimasti nei miei ricordi per una schiera di motivazioni varie legate per lo più a considerazioni di tipo stilistico, narrativo, emotivo, contingente, ecc.
Spesso però, ciò che mi rimane più impresso -come fosse un link con cui richiamare alla memoria poi l'intero film- sono alcune singole scene registrate dal mio cervello come "anomalie". E non parlo di errori, di sviste o di incongruenze logiche. Almeno, non sempre. Mi riferisco più che altro a singole sequenze o a dettagli che restituiscono a quello che sto vedendo una spruzzata di realismo del tutto inaspettato nel contensto.

Ed ecco che i miei occhi si sgranano quando, in UBRIACO D'AMORE, l'interlocutore del protagonista sparisce sotto la scrivania perchè gli si rompe la sedia mentre sta parlando, in maniera del tutto spontanea e ben lontana da qualsivoglia effetto comico facile.
Allo stesso modo, vado in tilt se in BEAUTIFUL -dove tutto è perfetto, patinato e codificato per antonomasia- la bionda di turno toglie con nonchalance un (suo) capello dalla faccia di Ridge cercando di non farsene accorgere e continuando a discutere con lui di epocali faccende esistenziali.
O impazzisco se in TWIN PEAKS (per giunta nell'ultima puntata) un vecchietto acciaccato, mezzo ciecato e anche vagamente rimbambito domina la scena come se realmente -in quanto attore- non capisse cosa sta succedendo attorno a lui, prendendosi tempi biblici per andare da una parte all'altra della stanza e guardandosi stranito attorno come se il ciak potesse essere interrotto da un momento all'altro.

Non credo si tratti nemmeno di reali improvvisazioni, o comunque di elementi fuori sceneggiatura. Ma sono elementi così apparentemente realistici da guizzare fuori scala, per i miei personalissimi canoni di gradimento.
E i film che amo di più, spesso sono tali perchè in ognuno vi ho trovato più "anomalie" insieme.

L'ultima di queste percezioni l'ho avuta col film RACHEL STA PER SPOSARSI, attualmente ancora al cinema.
Il film è già di per sè un pò sperimentale, a metà fra il dogma danese e il dramma dardenniano, con prese dirette e descrizioni realistiche.
Ma persino lì, una scena mi ha fatto sorridere di gusto: Emma, l'amica di famiglia nonchè (ex) damigella d'onore della sposa, che esce da una stanza la mattina dopo i festeggiamenti, scalza e sfatta, in tenuta intima decisamente poco sexy, che saluta la protagonista con la mano -gli occhi ancora semichiusi e impastati dal sonno- per ciondolare via incerta presumibilmente verso il bagno.
Una scena talmente sincera e poco funzionale alla storia (nonchè riconoscibile per chiunque abbia vissuto i postumi di una festa notturna con ospiti e familiari sparsi in casa) che non può non essere stata un semplice vezzo di realismo estremo da parte del regista.

Peccato non avere immagini o filmati di quella scena da postare. Nemmeno delle altre descritte, purtroppo.
Ma spero che la sostanza del post sia chiara lo stesso. E che magari possa spingervi a confessarmi qualche vostra analoga esperienza anomala...