venerdì 11 maggio 2012

Auguri


Che poi uno dice ma è normale, le mamme sono tutte così, devono vantare i figli davanti agli altri, è nella loro natura. E tu lì a spiegare che ti dà fastidio, che non è vero che sei così bravo, che tutto è esagerato, che poi rischi di farti odiare. Ma lì per lì non ti rendi davvero conto del perchè. E' solo quando sei grande che lo capisci appieno. Le mamme passano anni a creare aspettative enormi su di te quando sei piccolo, sia dentro che (soprattutto) fuori la tua famiglia. Ma poi arriva il momento di mantenere le promesse. Come un giovane musicista al terzo album. Che tanto, essere bravo a scuola non è poi una gran cosa. E' quello su quello che farai dopo che tutti hanno gli occhi puntati.

Così, tutt'a un tratto, si crepa lo specchio.
Il silenzio si espande. L'elefante cresce. 
Tutti i tuoi amici, non solo i più brillanti, ma tutti, sono a due o più passi avanti a te. 
Le loro mamme magari non li vantavano come la tua. Forse non ne avevano proprio motivo. O erano solo più distratte. O magari molto preoccupate. Eppure adesso guardano i loro figli e le loro figlie con orgoglio, ripetendosi che non avevano dubbi. Magari qualche riserva si, ma dubbi mai. E beati loro. I figli. Che da quell'orgoglio si rafforzano e si riscaldano.

Visto? Te lo dicevo io, che non era il caso. Mai fare promesse che non puoi mantenere. Come quella che sarei diventato importante. O che avresti organizzato per filo e per segno il mio matrimonio. O che saresti piombata nella mia futura casa senza invito ogni volta che volevi perchè ci sarebbe stata una stanza degli ospiti solo per te. O che mi avresti dato sempre del filo da torcere viziando e ingrassando i miei bambini e litigando con l'altra nonna per monopolizzare il tempo da passare con loro.

Su alcune cose ti sbagliavi, o ti sbaglierai. Su altre, ahimè, non ti avevo creduto. Un po' mi solleva che tu non abbia fatto in tempo a scoprire su cosa avessi ragione: sarebbe stato più penoso vedere il tuo sconforto che immaginarlo soltanto. Ma ciò che mi rattrista davvero è che tu non sia riuscita a conoscere lei. Ma tanto.

Che dire.
Non so come andrà. Davvero.
E poi dovresti essere tu a dirmelo, mi pare.
Ogni tanto controllo, con il mio fil di ferro circolare, se Melancholia riempie minacciosa il cerchio o se si rimpicciolisce beffarda. Ma anche se una notte vinco la battaglia, non vi è certezza che la fatale collisione gravitazionale sia scampata l'indomani.

Intanto, per quello che posso, ti faccio tanti auguri.
Per la prima volta, da quando non ci sei.
E non ti lamentare se lo faccio con più di un giorno in anticipo.

Domani sera, magari, non ne avrei avuto la forza.