“Abbiamo un bilocale molto carino proprio qui in zona”,
esordì l’uomo con un tono di cordiale complicità. Le sue dita cercarono con
calma un foglio all’interno del blocco appoggiato sulla scrivania. La coppia di
fronte a lui si lanciò un’occhiata reciproca.
“Mmmh, ora non trovo la lista, ma se non ricordo male
dovrebbe essere in via Magenta. Proprio vicino alle Poste. Avete presente?”
“Le Poste...”, ripeté il giovane, più rivolto verso la
compagna che al suo interlocutore. “Sì, forse ho capito”, completò con voce
flebile.
“È un’ottima zona, quella. Ben collegata, molti negozi, si
trova facilmente parcheggio. E poi, anche se non è centralissimo, è un
quartiere tranquillo, ormai. Non è più mica come 20 anni fa…”
Il ragazzo scoppiò in una risatina dal sapore isterico. Lei
lo stava guardando con un misto di dolcezza e compassione, le labbra serrate in
segno di impotenza. Partecipò istintivamente a quella risata con lui, ma dopo
qualche secondo si chiusero entrambi in un silenzio imbarazzato.
“Non capisco”, replicò visibilmente seccato il signore di
fronte a loro. La sua mano destra, incerta, non aveva smesso di sfogliare gli
A4 davanti a sé. “Vi interessa o no, l’appartamento?”
“È QUESTO, il nostro appartamento”, scattò il giovane, ormai
senza più alcuna traccia di condiscendenza nella sua voce. “E ci vivi anche
TU”.
“Ma… In che senso…?”
“Papà, ti prego, sono IO, Maurizio. E questa è casa nostra.
Casa tua e casa mia”.
L’anziano guardò davanti a sé con improvvisa attenzione,
cercando di mettere a fuoco con gli occhi le parole appena ascoltate. Non
capiva. Controllò i fogli che stava rovistando e si rese conto che erano tutti
bianchi. Fissò le mani e le riscoprì molto più sottili e nodose di quanto si
aspettasse. Scrutò il proprio petto e, laddove era convinto avrebbe trovato una
cravatta a righe oblique, realizzò che si allineavano solo i bianchi bottoni di
un anonimo pigiama verdino.
“Papà, dobbiamo andare a fare il bagno. Per favore, alzati e
vieni qui”. Lo sconosciuto aveva offerto il proprio gomito per invitarlo a
braccetto ma, sebbene si stesse rivolgendo a lui, non sembrava cercare il suo
sguardo, né quello della ragazza.
Così, di colpo, capì. Nei suoi occhi balenò un’epifania. Una
frazione di coscienza sempre più estranea. E fu allora che ricordò, in tutta la
sua perentorietà, ciò che stava vivendo.
La paura.
(ispirato a un film che, se e quando lo doppieranno da noi, si farà trovare già vecchio)
2 commenti:
Evocativi, affascinanti e agghiaccianti come sempre...Belli!
Grazie mille!
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