giovedì 17 giugno 2010

E mo saw cavoli...


“Mi sa solo l’uno e il due. Forse anche il tre, non ricordo... Il primo era figo, però.”

E’ questa la risposta ricorrente che si ottiene in questi giorni quando si chiede a qualcuno se conosce i film di Saw L’enigmista. Del resto è una domanda d’obbligo, dato che è in sala già da qualche tempo Saw VI e bisogna pure in qualche modo reclutare complici per una orrorifica incursione in sala...

Non che sia una risposta snervante, intendiamoci. Il primo, del 2004, in effetti è stato davvero molto apprezzato, e al di là della carica di sadismo e violenza che ha portato nel panorama dell’horror da blockbuster (precedendo di un anno il ben più estremo Hostel), tutti coloro che l’avevano visto erano rimasti spiazzati soprattutto dal fantastico ed imprevedibile finale. E con quel primo capitolo è iniziata in realtà una vera e propria saga. Qualcosa che si potrebbe etichettare più come un sofisticato telefilm che come un insieme di fortunati sequel. L’idea della produzione è stata infatti di partorire un Saw all’anno, e così è avvenuto. Tant’è che l’attuale sesto film giunge algebricamente puntuale nella nostra primavera 2010.

Difficile stabilire dove stia la forza del personaggio di John Kramer e dei film a lui dedicati. Forse nei suoi dispositivi diabolici, sempre nuovi e avvincenti. Forse nel vocione alterato che promana dalle dozzine di registratori vocali consegnati alle sue vittime. Forse nelle sue maschere grottesche con le guance a spirale. Forse nella sua retorica bacchettona e fintamente riscattista, sciorinata con una cura grammaticale e lessicale quasi chirurgica. O – cosa ancora più probabile – nel fatto che, prima con un piede nella fossa e dopo definitivamente defunto, Jigsaw continua ad essere il protagonista indiscusso di ogni capitolo, ora intervenendo in cupi filmati registrati, ora modificando storia e dinamiche con densi flashback di retrocontinuity. Ovviamente il pubblico apprezzerà con sfumature diverse un po’ tutti questi elementi, ma alla base di tutto c’è un salvifico minimo comune multiplo: il totale disimpegno intellettuale del fenomeno. Se vogliamo, l’onestà dell’operazione, che non aspira a rimpiazzare le iconografie di antecedenti storici come Nightmare o Halloween, ma che si pone più che altro proprio come una sofisticata serie tv a cadenza annuale.

In realtà, più di qualcuno, il rischio intellettuale dei Saw l’ha paventato. Che è forse poi lo stesso degli Hostel. Ovvero: il culto e l’attesa della violenza estrema solo a fini meramente sadici, strumentali, quasi “documentaristici”. Uno splatter non più legato alla combinazione di elementi esterni – mostri, fantasmi, natura, animali -, bensì a freddi ed asettici congegni di morte dal sapore retrò, dove la tensione è dettata più dalla spinta oltre i limiti intuibili dello stress fisico piuttosto che da sviluppi di intrecci narrativi reali.

Ma qui casca l’acido. E’ forse per aggirare questo agguato che la serie di Saw ha puntato molto su una struttura così riconoscibile nei suoi episodi. Soprattutto per ciò che concerne il finale. La maniera forse più spettacolare e marcata per fuggire dal suo stesso, scomodo, dispositivo mortale: cambiare continuamente le carte in tavola. Utilizzare spiegoni conclusivi che rimettano in gioco tutto, con richiami dettagliati a tutti i film precedenti, e che lascino nello spettatore quello spaesamento cool che li spinga alla ri-visione mirata o generale. Proporre finali che chiudano delle porte ed aprano delle trappole. Mantenere viva l’attenzione scavalcando urla, pianti e strumenti di tortura. E questo, lungi da ogni enigmistica complessità, è probabilmente il semplice segreto di questa saga, ancora sospesa fra mainstream e underground. Fra thriller e gore. Tra il mito e l’auto-parodia.

Amare o odiare Saw. Fate la vostra scelta".

saw3

9 commenti:

peppermind ha detto...

Be', grande analisi, lucida e ficcante.
Io ne ho visto uno, non ricordo quale, ma on sopporto i film-telefilm sugli psicopatici.
Vincono sempre e quando perdono è perché decidono loro di farlo.
Du palle.
(guardo criminal minds proprio perché lì perdono, non perché sia un bel telefilm)

Giangidoe ha detto...

Ma grazie, caro. Neanche io vado matto per Dexter o American Psycho, ma nel caso specifico di Saw credo che il rischio apologia sia davvero fuori discussione.
E poi, guarda, circa il fatto che quando perdono è perchè decidono di farlo, non sono d'accordo. Direi che quando perdono è perchè "la produzione" ha deciso di farlo :)

Anonimo ha detto...

"Il culto e l’attesa della violenza estrema solo a fini meramente sadici, strumentali, quasi “documentaristici”. Uno splatter non più legato alla combinazione di elementi esterni – mostri, fantasmi, natura, animali ". Ecco: perfetto! Hai detto tutto.
STARLA

Giangidoe ha detto...

E siamo a quota 2 detrattori. Ahimè, mi sa che Freddy Krueger & Co. non divideranno mai il loro podio col povero Jigsaw...

Elfcdlb Ludwig II, Granduca di Milano Marittima ha detto...

Possibili cause di morte dei mostri e/o psicopatici in un eventuale film horror diretto/scritto da un qualsiasi essere umano ma prodotto dal sottoscritto:

- scivolata all'interno della doccia
- allergia al sangue
- pistole ad acqua truccate
- prostitue malate
- infarto
- erronea impugnatura di almeno una delle armi utilizzate
- autocombustione spontanea
- cotolette del todis
- apocalisse

Malusa Kosgran ha detto...

in realtà saw è uno e trino. la trama è un bieco pretesto. è il porno dell'horror! visti tutti, ma solo per le torture... che, nell'ultimo, citano le prime macchine (segno che siamo alla frutta?)
bel post, chiusa perfetta!

Giangidoe ha detto...

Come al solito sempre (troppo) buona, cara Gius.
E soprattutto, così almeno siamo 2 a 1. Anzi: 2 a 2! Io come al solito non mi conto mai. Un pò come Rat-Man quando fonda i Fastastici 3 perchè sono 4 ma non conta se stesso.. :D

Giangidoe ha detto...

@ Elfcdlb Ludwig II:

E il Pangasio del Tuodì, dove lo mettiamo?
:)

peppermind ha detto...

Vabbe', certo, ragionavo tra "accettazione della realtà fittizia" e realtà vera... nella vita reale, a volte gli errori commessi dagli psicopatici sono commessi appositamente per farsi beccare, molto più spesso perché non riescono a vedere aldilà del proprio naso.
In quella fittizia pass asolo il primo caso, traformandoli in supeuomini imbattibili.
Non so, penso a Red John, di The Mentalist... insopportabile, vedo il telefilm sognando la puntata in cui "si lascerà prendere e uccidere, ma probahilmente non è morto per davvero".