martedì 28 aprile 2009

Quanto aspetterà Facebook a partorire anche questo test?



TizioCaio completed the quiz CHE TIPO DI ASSORBENTE SEI? with the result:
TAMPAX.

"Sei un tipo introspettivo. Non ti accontenti mai di un approccio superficiale, anzi: vuoi andare sempre a fondo, in ogni occasione o problema che ti si presenta. A volte ti tuffi completamente nel lavoro e ti ci dedichi con tutto te stesso fino a perdere qualunque cognizione del tempo. Per fortuna però sei circondato da persone che riescono a strapparti via da impegni ed ossessioni e a riportarti di peso nel mondo reale."

E cose così.

lunedì 27 aprile 2009

C'è solo sesso e violenza in tv. E nei DVD?


A cosa serve comprare i dvd ORIGINALI di una serie tv così appetitosa come I GRIFFIN -sebbene solo in occasione di una succulenta promozione- se poi si scopre che:

- NON ci sono contenuti speciali se non a partire dalla IV serie (cioè, per ciò che riguarda l'edizione italiana, solo per 2 cofanetti sui 5 usciti finora);
- NON c'è la versione doppiata di una puntata, che è stata quindi pubblicata solo in versione originale sottotitolata, quando poi è in effetti andata in onda successivamente anche in italiano e poteva perciò essere facilmente inserita come extra in uno dei cofanetti successivi alla sua stagione di appartenenza;
- NON ci sono mai i SOTTOTITOLI alle canzoni, nè quelle in lingua originale nè quelle in italiano(!!), rendendo così quasi impossibile godersi le parodie o le fantasie cantate quando queste non sono doppiate;
- Ci sono pure salti di audio (per ora solo uno spezzone di 4 secondi, ma la visione dei 5 box è ancora lungi dal terminare);

ed infine:
- La truffaldina suddivisione in stagioni operata per i dvd italiani ha diluito le stagioni originali di una annata, di modo che si scopre di aver comprato CINQUE box che in realtà contengono SOLO le PRIME QUATTRO serie del cartone

?????

giovedì 23 aprile 2009

Gli album più importanti e perchè - I parte (forse...)

E passiamo ad un post decisamente più personale, stilando una classifica degli album musicali più importanti della mia carriera di ascoltatore.
Però attenzione: non parlo degli album più BELLI, o che mi hanno formato di più in fatto di gusti musicali. O almeno non del tutto. Parlo di quegli album che, per un motivo o per un altro, saranno quelli che mi scorreranno davanti in punto di morte in quanto sintesi delle principali tappe della mia crescita musicale personale e -perchè no- economica.
E, come specificato, cercherò anche brevemente di spiegare il perchè.
Cominciamo:

1) Lorenzo 1994, Jovanotti. 1994

E' stata la prima cassetta pirata -fatta comprare a mio padre contro ogni sua volontà- che non fosse una compilation da discoteca o qualche Fivelandia. E anche il primo ed ultimo album pirata doppio (che quindi costò 10.000 anzichè le solite 5.000 lire). Ma il motivo per cui mi rimase più impresso fu che le canzoni non erano neanche complete, e si chiudevano in dissolvenza mentre ancora era in corso la seconda strofa: che nervi...


3) Ma noi no, Nomadi. 1992

Sicuramente l'album comprato ad una bancarella che ho ascoltato di più in tutta la mia vita, e che ha fatto scattare una passione per i Nomadi (quelli col mitico Augusto) che si sviluppò ed autoalimentò visceralmente per diversi anni, facendomi recuperare tutti gli album su cassette -rigorosamente copiate- da me commissionate direttamente ad un conoscente che lavorava in una piccola radio. Decisamente, l'album che ha davvero svezzato la mia curiosità musicale. Anche se non sono sicuro della transitivizzabilità del verbo svezzare...


2) Remix '94, 883. 1994

Album ormai introvabile dell'ex duo Pezzali-Repetto, fu invece la mia prima cassetta originale pagata a prezzo pieno. E anche una grandissima "sola": chissà cosa mi aspettavo, con quel titolo... Però la ascoltai tantissimo, proprio per soffocare la mia frustrazione post-acquisto.


4) Finardi, Finardi. 1981

Questo fu invece il mio primo cd originale NON a prezzo pieno. Di Finardi conoscevo solo ed Katia ed Extraterrestre, ma lì scoprii alcuni capolavori che ancora oggi prediligo (come Patrizia e Prima della guerra).


5) OK Computer, Radiohead. 1997

Il mio primo cd a prezzo pieno. Il senso di quasi/colpa per star spendendo ben 33.000 lire sparirono subito dopo l'ascolto del pezzo di apertura. E la mia vita non sarebbe stata più la stessa (si, lo so, è una frase ad effetto, ma in qualche modo non è un'esagerazione).


6) Homogenic, Bjork. 1997

Fu il primo ed unico cd mai comprato con soldi interamente vinti con i giochi di carte natalizi. Nonchè l'unico album comprato senza conoscere nemmeno UN solo SINGOLO estratto dall'album stesso. Certo, tranne che per Remix 94...
E comunque, dire che fu una piacevole sorpresa è un eufemismo.


7) Cowboy Bebop OST vol.2 - No disc, Yoko Kanno. 1998

Fu la prima colonna sonora di anime a soddisfarmi davvero tanto. Già avevo amato le musiche del cartone mentre lo guardavo, ma fino a quel momento ero stato un pò sfortunato con le soundtrack nipponiche: versioni karaoke, interi cd con solo dialoghi, addirittura la traccia audio di un film, ma mai proprio i singoli temi che avevo amato.
Invece con questo album, si può dire addirittura che il ricordo delle musiche abbia lentamente scalzato quello delle singole puntate del cartone invece di rafforzarlo.
Bellissimo. E anche gli altri due lo sono.


8) Max Gazzè, Max Gazzè. 2000

Questo è decisamente il mio album di inediti preferito in assoluto, in riferimento al panorama italiano. Di Gazzè avevo comprato anche il precedente, La favola di Adamo ed Eva, che mi aveva stregato. Ma inserisco nella classifica l'album omonimo perchè fu il primo cd REGALATOMI a diventare così importante; soprattutto, non sapendo assolutamente nulla della sua esistenza prima di averlo in mano (non ero troppo informato sulle nuove uscite musicali, nè delle partecipazioni Sanremesi).


Bene, direi che per ora può bastare così.
Il "forse" del titolo dipende ovviamente dalla curiosità dei lettori...

martedì 21 aprile 2009

Prosperità sicuramente, ma la Vita...?


La mia attesa per il nuovo film di Star Trek è stata insopportabile fino a poco tempo fa, quando ho visto i trailer italiani. Dopo, ho solo pensato che questa colossale operazione potrebbe rivelarsi qualcosa di decisamente lontano dall'operazione di restyling nostalgico, ma anche di pericolosamente modaiolo e snaturante rispetto al sacro fenomeno che vorrebbe rispolverare e celebrare. O forse i miei timori legati al trailer sono esagerati...
Tuttavia, credo di poter dire che attualmente mi preme di più recuperare il fumetto prequel del film, STAR TREK COUNTDOWN, che sembra molto interessante e ben disegnato.
Speriamo che qualche casa editrice abbia la lungimiranza di pubblicarlo prima de (o in contemporanea con) l'uscita del film in sala.
C'è però da dire una cosa: oltre al nome del furbo JJ Abrams - che innegabilmente sa come "intrippare" le giovani menti - mi attira molto, in questo film, la presenza di Simon Pegg, già protagonista di film culto come L'alba dei morti dementi e Hot fuzz.
Il suo Scotty potrebbe mettere in ombra persino il nuovo Spock-Sylar di Zachary Quinto.
E l'insopportabile nuovo James T. Kirk.
Resta però da capire se il Dr McCoy -forse il mio personaggio preferito della serie classica- ci sarà restituito in una interpretazione ironica e carismatica anche solo la metà di quella del compianto DeForest Kelley.
In caso contrario, usciremo dalla sala (un pò sconfortati)
"a rimirar le stelle".
Con un sospiro...



venerdì 17 aprile 2009

I gufi non sono quello che sembrano (e neanche le verità)


"La Red Room, quale luogo della pura simulacralità e della traduzione tra mondi, non è in grado di regolare sè stessa, tant'è che essa corre continuamente il rischio di duplicarsi all'infinito, costruendo una sorta di circuito senza fine di sostituzioni identitarie (si veda il finale del serial, 29a punt, ma anche l'epilogo del prequel, dove c'è una stanza rossa completamente vuota). La Red Room pensa di poter catturare il mondo sensibile dentro il riflesso speculare che in se stessa vuole adibire, ma nel far questo lo uccide (Murder). Per contro -come viene detto in Twin Peaks- la stanza rossa è soltanto un luogo di transito, 'una sala d'attesa', un luogo di dominio fallace."

(Pierluigi Basso Fossali, Interpretazione tra mondi - Il pensiero figurale di David Lynch, Edizioni ETS, 2006).



"Un giorno d'estate mi trovavo in un laboratorio di sviluppo e stampa, le Consolidated Film Industries di Los Angeles. Allora stavamo montando la puntata pilota dei Segreti di Twin Peaks e per quel giorno avevamo finito. Erano circa le sei e mezzo del pomeriggio e ci trovavamo all'esterno dell'edificio. Nel parcheggio c'erano alcune auto. Posai la mano su un tettuccio ed era caldo, molto caldo: non bollente, ma piacevolmente caldo. Stavo lì con la mano poggiata dul tettuccio quando -puf!- apparve la 'stanza rossa'. Quindi i personaggi che parlano e si muovono al contrario e infine alcuni dialoghi".

(David Lynch, In acque profonde, Mondadori, 2008)



"Twin Peaks è diventato un vero e proprio fenomeno di culto; incursione d'autore nel mondo dei telefilm, investigazione metalinguistica sui meccanismi comunicativi tipici del mondo dei serial televisivi"

(Daniele Dottorini, David Lynch - Il cinema del sentire, Le mani, 2004)



"Twin Peaks? Una cosa insensata. Non ricordo neanche più perchè la girai...".

(David Lynch, tempo fa)

martedì 14 aprile 2009

La retorica sulla retorica della retorica


Si tratta di uno degli argomenti sul quale ho ancora le idee in evoluzione. Saranno state forse le riflessioni maturate sugli ultimi eventi mediatici a farmi tornare con la mente a questo tema, ma credo sia il caso di cercare di spiegare il nocciolo della questione.

Il punto è: quanto è frequente che una contro-retorica con pretese di realismo e disincato giustifichi la detrazione di una retorica più idealista?
E soprattutto: come è possibile che una verità spicciola e ricorrente venga gradualmente ritenuta, proprio a casua della sua reiterazione e semplicità, solo il trascurabile frutto dei soliti allarmisti privi di pragmatismo e cognizione di causa?
Mi spiego con un esempio pratico: com'è possibile che, a lungo andare, affermazioni come "il pianeta sta morendo perchè l'uomo inquina" o che "il nucleare è pericoloso", o anche solo che "Berlusconi si fa le leggi ad personam" diventino, per il solo fatto di essere pronunciate da tutti e ripetute in varie salse e vari contesti, dei semplici luoghi comuni da bar e -in quanto tali- ormai poco credibili, tanto da considerarsi sconvenienti?
Possibile che la perenne necessità intellettuale della mediazione -spesso salvifica, è vero- e della elevazione -mah- debbano richiedere la riproposizione di alcune di quelle verità, smussate e abbellite, in una veste che possa tranquillizzare tutti per la sua inapplicabilità deresponsabilizzante?
Ma non si ottiene in questo modo una retorica ancora più fighetta e insopportabile perchè con innegabili pretese di concretezza e senso critico, laddove invece non fa altro che patinare e snaturare le questioni con una diplomazia incellofanata e con teorie e tecniche avvilenti?

No, in realtà tutto questo discorso non ha preso spunto da un preciso fatto di cronaca o da qualche esternazione pubblica recente. E' solo una mia antica perplessità. Nonchè il mio personalissimo modo di farvi gli auguri di Buona Pasqua.

giovedì 9 aprile 2009

Non è cosa ma è come: è una questione di stile...

...come canta il bravo Niccolò Fabi, sebbene su un tema ben più metafisico dei "semplici" meccanismi legati alla pubblicità dell'immagine mediatica.
Tuttavia, come non poter fare riflessioni simili (e anche BEN più dure) di fronte a chiari esempi di idiozia comunicativa come questo:



e -soprattutto- questo?



martedì 7 aprile 2009

Buongiorno e benvenuti al TgCirca


E' con un certo piacere che spezzo la momentanea latitanza dal blog segnalando un video molto carino, frutto della geniale mente del qui già ampiamente decantato amico e collega blogger CREOSOTO (che, a proposito, mi deve ancora i 150€ promessi).
Data la brevità del video, non mi dilungherò oltre in inutili introduzioni o commenti.
Ah, i commenti...
Ti ricordi di loro, Creosoto?
Quando hai ucciso i tuoi "commenti"
io avevo
questa
vocetta

RICOOORDIII????



giovedì 2 aprile 2009

TrasPosizioni (o dell'Inapplicabilità della Proprietà Commutativa nella fruizione)



Non mi è capitato spesso di vedere dei film tratti da romanzi -o fumetti- che avessi già letto. Più frequente è stato invece il caso in cui la visione o l'attesa di un film mi hanno portato ad interessarmi del libro da cui questo era tratto, e spinto alla sua lettura.
Su questo argomento, come su tanti altri, le mie idee sono in continua evoluzione. Ora come ora, però, la teoria che mi sento di seguire è la seguente:
1) Quando il film, in uscita o già visto, sembra (o si rivela) buono mentre il romanzo da cui è tratto è sconosciuto da critica e pubblico, di solito non mi incuriosisco più come prima. Ad esempio, quando dopo anni di culto del film di Forrest Gump sono riuscito a procurarmi l'omonimo romanzo e l'ho divorato, la delusione che ne è conseguita è stata forte.
2) Quando il film, in uscita o già visto, sembra (o si rivela) buono ed anche il romanzo da cui è tratto si scopre essere stato amato da pubblico e critica -o anche solo da critica-, allora vale la pena leggere il romanzo DOPO il film: se il libro è bello, è più facile che guardando prima il film rimanga un bel ricordo di entrambi, a distanza di tempo; mentre se si legge/si è letto e si ama/si è amato il libro prima della sua trasposizione cinematografica, per quanto quest'ultima possa essere ben fatta, si crea quasi sempre un confronto in perdita viziato in partenza. Un caso rappresentativo in questo senso è stato per me Caos Calmo, di cui ho amato prima il film e poi il libro. L'eccezione invece è avvenuta con Non ti muovere, per il quale fortunatamente la lettura del libro prima della visione dell'omonimo film non ha per niente penalizzato la seconda esperienza di fruizione (come di solito accade a chi legge un libro e dopo ne vede il film).
3) Quando il film, in uscita o già visto, sembra (o si rivela) non memorabile mentre il romanzo da cui è tratto pare sia stato amato da pubblico e critica -o anche solo da pubblico-, allora vale la pena leggere il romanzo PRIMA dell film, o cercando di CANCELLARNE il ricordo. In caso contrario, il trauma creato da una pessima trasposizione filmica scoraggerà anche l'eventuale recupero del libro, che magari nasconde una storia ed uno stile inaspettatamente meritevoli. A me, per esempio, è successo di scommettere che la storia alla base del recente PS I love you potesse essere molto carina, di per sè, mentre il film prometteva di essere una delle più grosse tamarrate del decennio (e infatti lo è stato); per questo, avendo poi letto intriganti recensioni sul romanzo originale, ho deciso di comprare e leggere prima il libro e poi di guardare il film, cosicchè almeno non avrei perso l'entusiasmo di conoscere questa simpatica storiella nel caso il film mi avesse (giustamente) orripilato.
4) Quando il film, in uscita o già visto, sembra (o si rivela) non memorabile e il romanzo pure, beh, lì scatta l'anarchia della soggettività. E in quell'ambito, consigli e teorie sono utili -parafrasando il Dottor Manhattan di Watchmen- "come una foto dell'ossigeno a chi sta per annegare".