martedì 29 novembre 2011

Torino mon amour


Lo ammetto: la mole di film da vedere è enorme, ma non c'era migliore cornice per tornare a bazzicare in via Po.

E soprattutto, chi avrebbe pensato che le proiezioni stampa fossero tutte nel mio amato
Greenwich?

mercoledì 19 ottobre 2011

Perchè anche io ho un tormentone poppeggiante del momento

E per questo fine 2011,
è il seguente:

E' grave?

venerdì 7 ottobre 2011

sabato 24 settembre 2011

Ma se al Romics 2011 mi porto questo...


...e lo tiro fuori, lo apro e fingo di rispondere al cellulare
(anche perchè emette all'uopo frasi e suoni),
rischio di sembrare troppo
spockioso?

mercoledì 7 settembre 2011

Fletto i muscoli e sono in edicola!


A giorni ci troverete infatti il n.196 di Fumo di China con la mia intervista al mitico Leo Ortolani, autore di Rat-Man (come da copertina).
Sono momenti di rara commozione, eh...

giovedì 1 settembre 2011

Perchè a noi Rob Brezsny ci fa un Doppio Baffo...

Oroscopo e Cinema. Un binomio stridente?
Macchè.
Al contrario: due universi accomunati dallo studio delle stelle.

DoppioSchermo è lieto di annunciarvi ZODIAC, la sfiziosa ed ironica interpretazione astrologica ad uso e consumo di animi cinefili in cerca di ispirazioni cosmiche ed epifanie divinatorie.

Non ignorate il vostro destino.
Leggete ZODIAC.

mercoledì 24 agosto 2011

Sarà Zagor a portarmi fortuna?

Fatto sta che la mia seconda "trilpletta" è capitata proprio su un numero con in copertina lo Spirito con la Scure. E lo stesso personaggio campeggiava in bella vista anche sul numero che ospitava il mio primo articolo per Fumo di China. Nostalgia e casualità.

Ad ogni modo, su FdC n. 194/195 (l'albo doppio estivo), già in edicola da qualche settimana, di mio potete trovare:
- un dossier su Rumiko Takahashi, la Regina dei Manga ;
- un articolo sul mitico Detective Conan ;
- una recensione dell'ultimo manga del mio adorato Naoki Urasawa

E sul prossimo numero, in edicola a settembre, una lunga sorpresa targata Giangidoe per tutti i fan di Leo Ortolani, il venerato papà di Rat-Man.

Come disse il cecchino:
non mancate!

giovedì 11 agosto 2011

Rispetto della Morte


Ho sempre accettato con entusiasmo il patto narrativo delle creazioni di lunga serialità. A prescindere dal genere di appartenenza, un racconto che procede per anni, a puntate, e che riesce a mantenere viva l'attenzione non può che meritare indulgenza. Ed è il motivo per cui si amano le saghe - letterarie, cinematografiche o videoludiche che siano -, i fumetti, i telefilm e (perchè no?) le soap opera. Tutti prodotti diversi, nati in ambienti (e con intenzioni) differenti, ma senza dubbio altamente fidelizzanti.

Detto questo, c'è un elemento che non ho mai troppo sopportato, in merito a queste creazioni. Qualcosa che va al di là di etica, morale o verosimiglianza (fattori che, in diverse combinazioni, è possibile non ritrovare insieme in molti casi).
Si tratta più che altro di una lacuna, o per lo meno di una clamorosa inefficienza. Un aspetto che ho trovato quasi sempre assente.

A volerlo definire prosaicamente, lo si potrebbe chiamare il rispetto della morte.

Intendiamoci: non parlo di quei decessi spettacolari e ricorrenti, fatti apposta per far uscire di scena dei personaggi per poi farli rientrare in maniera inaspettata ed inverosimile. Niente da dire su gente che sparisce in esplosioni che non ne restituiscono i corpi, eroi che finiscono teletrasportati in universi sconosciuti o coraggiosi che non riemergono da un tuffo suicida di venti metri in un mare agitato. Quelle sono morti di plastica, poetiche. Pura retorica dell'intrattenimento.
Io mi riferisco in realtà, al contrario, proprio a quelle morti che riducono a icona il proprio universo fantastico e sopra le righe optando per una soluzione offensivamente reale. Come sta succedendo ora a Stephanie Forrester, pilastro di Beautiful, che pur avendo superato due ictus, una sparatoria e dozzine di altri pericoli mortali, ha appena scoperto di avere un cancro ai polmoni al quarto stadio. E, cosa più grave (scoperta spulciando le anticipazioni), tale malattia non sarà nemmeno causa di una morte lenta, normale e in qualche modo "umana". Sarà solo l'ennesimo pretesto drammatico. Tutto si risolverà con una normalissima ed istantanea operazione. Niente tubi, niente chemio, niente radio. Niente perdita di dignità. Solo una saga strappalacrime nel fiume delle quasi seimila puntate della soap. La matrona tornerà a tessere le sue tele e ad insultare Brooke come nulla fosse. Pic indolor.

La mia domanda è: perchè? Perchè ricorrere a malattie e morti così reali, così quotidiane, riconoscibili, soprattutto in contesti che di realistico non hanno mai voluto avere nulla?
E' giusto usare la leucemia di un fan dell'Uomo Ragno solo per creare una storia commovente? Ha senso far scoprire a Bruce Banner di avere la sclerosi laterale amiotrofica per poi fargliela sconfiggere con una soluzione fantascientifica alla "Viaggio Allucinante"? Non è frustrante constatare come una delle scomparse più adulte e drammatiche del mondo a fumetti, come il suicidio di Kraven il Cacciatore, possa essere profanata in maniera così blasfema da una linea editoriale miope e fallimentare?

Bisognerebbe soffermarsi di più sul senso della morte che - come consigliavano i Monty Python - sul senso della vita. Svilire la portata di un evento quantificabile, constatabile e documentabile e rappresentarlo come un normale tassello narrativo è semplicemente ingiusto.
Nella vita reale, Stephanie sarebbe spacciata. O per lo meno, dovrebbe combattere per mesi e ridursi ad una larva umana, per darsi una possibilità. Così però no. E' troppo.
E' sbagliato.

Rispetto per la morte, ecco tutto.
La morte.
Che l'alibi della finzione non la rende una faccenda meno seria.
Gwen Stacy docet.

martedì 9 agosto 2011

Chi ha scritto Roger Rabbit?

Le sorprese sono come i rotoloni regina.
Pensavo che la massima epifania mediatica fosse stata, anni fa, la scoperta del romanzo originale di Forrest Gump. Una lettura deludente, alla luce di un film così bello. Ma già solo il fatto di scoprire che esistesse un libro da cui avessero poi tratto e trasfigurato una storia così bella, fu quasi commovente.

Adesso questa sensazione si è ripresentata, e il mio stupore è stato ancora maggiore.
Grazie ad una cara amica cinefila e gustosamente nerd, solo nel mio trentesimo anno di vita vengo a sapere che esiste il romanzo originale di Chi ha incastrato Roger Rabbit?
L'autore è un certo Gary Wolf, che nel 1981 scrisse il fatidico libro dal titolo Who Censored Roger Rabbit?
Poi, dieci anni dopo, partorì un seguito, tecnicamente slegato dal primo e (pare) più coerente con la storia narrata nel film. Il titolo di questo sequel è Who P-P-P-Plugged Roger Rabbit?

Purtroppo, cercando sia sul web che in alcune librerie britanniche, ho appurato che questi libri sono fuori catalogo da molto tempo. Segno che probabilmente non sono propriamente dei capolavori... Tuttavia sono riuscito a recuperare dei link utili per la fruizione "virtuale".
Il primo romanzo si trova qui. E' solo sfogliabile, ma per chi volesse solo leggerlo è l'unica alternativa che ho trovato.
Per il secondo, sto ancora cercando. Ho trovato solo un audiolibro, ma conto di riuscire a recuperare una versione leggibile anche di questo.

Intanto, mi crogiolo nel piacere di questo recupero. Tenendo basse tutte le aspettative del caso.
Non vorrei finire anch'io disciolto nella salamoia della delusione.


venerdì 29 luglio 2011

domenica 26 giugno 2011

Ed è come se non avessi mai...


...deciso niente.

Ho aperto troppe finestre
E non so da quale buttarmi
Voglio un nemico fidato
Voglio guardarlo negli occhi
Ci meritiamo le stragi
Altro che Alberto Sordi
!
Fatemi uscire di casa
Solo per costituirmi.

Hanno dovuto bendarmi
perchè vedessi un pò meglio

Hanno dovuto drogarmi
per farmi rimaner sveglio

Hanno dovuto sudare
per prendermi le misure

Ora mi vestono loro
ed io posso tornare a cucire.

Seconda volta in pochi mesi.
Grandissimi Ministri.
La prossima volta vi porterò un'altra vostra grande fan.
Promesso.

martedì 21 giugno 2011

E' quasi magia

Ho deciso.
Per sedare la mia pigrizia, ho stabilito rigorosamente cosa leggere quest'estate.
Fumetti a parte.

La mia prossima lettura sarà la seconda parte di questo libro:

già acquistato a Natale e (ri)letto fino a circa pagina 300.
Rigorosamente da finire entro metà luglio per ovvi motivi.

Ad essa seguirà - sempre per rimanere in casa Salani - quest'altro tomo,

che raccoglie una bella trilogia della quale finora avevo avuto modo di leggere solo la prima parte.

Ora devo solo capire se riuscirò a tener fede a questo proposito.

E: si, volendo era anche un modo per offrirvi le mie personali segnalazioni librarie estive.

sabato 18 giugno 2011

Charles M. Schulz era un conservatore fobico, insicuro e ipocondriaco,

ma quello che ha scritto e disegnato non ha avuto quasi mai eguali, in sessant'anni.

martedì 14 giugno 2011

It was RELIEF


Lynette, Lynette...
allora è così che funziona?

Si può superare la depressione,
l'aborto,
il lutto,
persino il cancro.
Ma non si può fare nulla contro quella inspiegabile, colpevole, inaffrontabile ed inaspettata sensazione di
sollievo?


Un piccolo supplizio per chi riesce a seguire l'originale. In attesa di postare la sequenza in italiano o sottotitolata.

Sappi che non hai lasciato solo Tom Scavo, ma anche milioni di noi.
Sei sempre la migliore, ma hai saputo farci molto, molto male.


PS
ATTENZIONE al VIDEO: NO SPOILER. DI PIU'. MA MOLTO, DI PIU'.

martedì 7 giugno 2011

Senti un pò, Michael Bay...

...oltre al fatto che hai truffato milioni di persone con quel primo trailer fighissimo, che la gente in sala subito aveva pensato: "Wow, che figata questo film sull'allunaggio!",
dicci un po':

non è che hai copiato quell'idea ad un autore con la U maiuscola?
Tipo,
che so...

Naoki Urasawa?

sabato 4 giugno 2011

Se non è buono, che piacere è?


Lo stavate aspettando.
Lo stavate pregustando.
Stavate perdendo ogni speranza sul suo arrivo.
E invece no.
Finalmente l'attesa è finita.
Dopo aver aver superato i confini torinesi colonizzando mezza Italia,
GROM è sbarcato anche nella Capitale.

Il passato è arrivato, gente.

lunedì 23 maggio 2011

L'albero della vita è la Palma. D'oro,


Alla fine è successo. Come molti pronosticavano, questo Festival di Cannes è stato vinto da The tree of life di Terrence Malick.
Io l'avevo visto già la settimana scorsa, prima ancora di sapere che fosse il favorito della kermesse.
Cosa ne penso?
Ecco qua.
Sono curioso di sapere la vostra.

sabato 23 aprile 2011

I tripled myself!


In Fumo di China n. 191 in edicola in questi giorni (con il graphic novel di Don Camillo in copertina), oltre alle solite recensioni di fumetti recenti, un mio parere sul film Kick Ass rispetto al fumetto ed un articolo centrale a due pagine sul fenomeno Sailor Moon in occasione dei 20 anni dalla nascita del personaggio.
Come direbbe il buon (?) Nathan di Misfits, ho fatto la tripletta.

Anche se immagino non intenderebbe proprio la stessa cosa...

mercoledì 13 aprile 2011

Dove sta lo scotch?


Mi piace pensare, in un raro momento di ingiustificabile egocentrismo, che un cantautore romano bravo e suggestivo sia capitato per caso su questo blog, un annetto fa, ed abbia letto un mio post. Uno in particolare. E che nella sua testa abbia cominciato a ronzare un'idea. Ovviamente rielaborata dalla sua inconfondibile ironia e trasfigurata in qualcosa di nuovo.
Ma, in fondo, non credo.
Dubito che sia andata così, intendo.

Semplicemente, l'estate scorsa io ho scritto questo post, probabilmente il mio preferito. E poi, magari mesi dopo, comunque indipendentemente da questo evento, Daniele Silvestri ha scritto la canzone che ha dato nome al suo nuovo album.
Questa.


Che storia, però. Il trasloco.
Io mi ero concentrato sugli scatoloni, sui rituali. Lui sullo scotch da imballaggio, sugli imbarazzi.
Io ipotizzavo di bruciare cartoni. Lui di piantare alberi.
Same story.

Però niente Servillo, per me.
Eh beh.

giovedì 7 aprile 2011

Nessuno legge il quotidiano


O quasi.
Come se decifrare la reiterata ritualità della propria vita sia prerogativa di qualche entità superiore, affare celeste precluso alla cognizione umana, divertimento di poche divinità beffarde. Ma non è così. Almeno, non dovrebbe.

Ci sono infinite infinità di quotidiani. E il solo precisare la natura specifica ed unica di ciascuno di essi è un'ostentazione ovvia. Quasi un'offensiva ridondanza tautologica.

La quotidianità che ti stupisce. Quella che ti rassegna. Quella attesa e sperata. Quella piombata e (man)tenuta. Quella che ti accarezza e rassicura. Quella che ti ancora e ti soffoca.
Quella osservata stancamente in presenza.
Quella vissuta con passione (e sospiri) a distanza.

Ma no. Tutto ciò che rimane nei pigri discorsi da bar è solo una lunga e codificata sfilza di lamentele sulla generica routine. Un carosello di luoghi comuni ed amari sull'insopportabilità del proprio lavoro (o non-lavoro). Una satira ormai involontaria sulla ingenuità schematica della vita di coppia. Un repertorio imbarazzante sulla solita sindrome di Peter Pan, sull'importanza delle partite di calcetto o dei sacrosanti spazi di genere. Battute ricorrenti sul rispetto della diversità, sullo scarto generazionale e sull'esterofilia dogmatica.
Qualunque banalità, qualunque preconfezionata sovrastruttura per non dover riaprire le carte e leggere, sottolineare, evidenziare e studiare ex novo tutto. Ciascuno per conto proprio.

E' vero. Nessuno legge più il quotidiano. O quasi.
C'è già una quotidiana infinità di link.

Click.

sabato 26 marzo 2011

Tom & Jerry's revenge


Forse a molti sembrerà una cosa di poco conto, ma è davvero impossibile non notarla.
In ben tre film appena usciti in sala, c'è una coppia di personaggi che si chiamano (almeno foneticamente) Tom & Jerry.
Uno è Another Year di Mike Leigh.
Un altro è Il cigno nero di Darren Aronofsky.
E il terzo è La vita facile di Lucio Pellegrini.

E chissà che ciò non si sia verificato in altri film o telefilm recentissimi.

Io di solito non credo alle coincidenze ma in questo caso, beh...
farò un'eccezione.

mercoledì 16 marzo 2011

Sol Piangente


Non riesco ad immaginare una cosa più spaventosa coglierti alla sprovvista.
E considerando i risvolti nucleari temuti in questi giorni, persino immaginare conseguenze peggiori.
In attesa di avere notizie più precise sulla situazione (comprese quelle riguardanti lo stato dei numerosi registi e fumettisti tanto cari in patria e all'estero ancora dispersi), un pensiero di conforto ai nostri cugini del Pacifico.

mercoledì 9 marzo 2011

L'incubo è passato. Dalla carta allo schermo.

In attesa del famigerato film di Dylan Dog, ecco il mio articolo sull'indagatore dell'incubo per Doppioschermo.
L'immagine da Urlo usata sia qui che sul sito è di Angelo Stano. Per quelle poche anime dylaniate che non dovessero già saperlo.

lunedì 7 marzo 2011

"E perchè: i froci de 'na vorta, invece, eh?

Dimmelo un po'...

Dove so annati a fini'?"

mercoledì 23 febbraio 2011

La parola giusta


Ho sempre ravvisato un imperdonabile vizio logico nella definizione di "cinema di intrattenimento". Il cinema, in quanto mezzo di espressione e di arte, è già di per sè intrattenimento. La qualità e la tipologia di questo, semmai, dipendono poi dalla fattura del film, dal discorso autoriale portato avanti da regista e sceneggiatore nonchè da innumerevoli altri fattori, interni ed esterni all'opera.
Detto questo, il vero cinefilo dovrebbe sempre variare. L'amore per un mezzo espressivo non può funzionare per compartimenti stagni. Se è lo strumento cinema a piacere ed affascinare, allora nessun suo prodotto finale potrebbe meritarsi un pregiudizio. Tutto andrebbe prima conosciuto, visto, studiato e poi - eventualmente - giudicato. Ma l'amore, si sa, è tutto fuorchè razionale. E i pregiudizi, in quanto condanna e salvezza del nostro tempo, sono sempre lì a guidarci, scremando la rosa di scelte e facendoci accumulare un'infinità di esperienze simili tra loro.

Detto questo, ieri mi sono concesso una visione spensierata. Cosa che faccio spesso e volentieri. Ho deciso di sfruttare la mia Card Cinema 3 per andare a vedere Femmine contro Maschi. Avevo già visto Immaturi, un mese fa, e non mi era dispiaciuto. Ho pensato così che mi servisse qualcosa di "leggero" per farmi qualche sana risata, ed ho scelto un film italiano che mi sembrava simile e il cui trailer prometteva bene (i miei amati Ficarra e Picone, il mio amato Emilio Solfrizzi, la brava Littizzetto, il bravo Bisio, eccetera).
Il film è carino. Ho riso in più di un'occasione. Sarei dovuto uscire dal cinema contento. O per lo meno soddisfatto dallo spettacolo, per di più gratuito. Ma qualcosa, a quanto pare, è rabbiosamente scattato. Uno stato d'animo che non sono sicuro di riuscire a descrivere.

Credo che la parola giusta sia sconfortato.

Sconfortato dalla solita solfa degli ultratrentenni bamboccioni che non vorrebbero mai impegnarsi seriamente in amore o nel lavoro. Sconfortato dall'onnipresenza di gnocca e tette varie (meglio se rifatte e in primo piano) in qualunque scena da gioco degli equivoci, che dovrebbe ipocritamente creare un effetto comico sul tradimento quando in realtà non fa altro che vendere un'immagine perennemente strumentale della donna. Sconfortato dal vedere di continuo difesa l'ossessione per il calcio, elemento bonario di distrazione sessuale e - insieme - di feticismo tutto maschile, alla fine reso sempre innocuo o tollerato come deviazione inevitabile di genere. Sconfortato dalla presenza delle stesse, inossidate facce, eternate già da vive in maschere inevitabili, atte all'esportazione del divertimento televisivo sul telo sconfinato della sala. Sconfortato dalle favolette scialbe dei rimatrimoni, dai dialoghi e dalle mode prevedibili di ragazzini romanzati, da tutte le rappresentazioni offensive snocciolate da questo neorealismo contraffatto da discount. Sconfortato dalla retorica esaltazione della romanità, alta o bassa che sia, solo per puro caso assente in questo film ma fin troppo ricorrente in produzioni cinematografiche e televisive affini. Sconfortato dal fatto che, per obiettività critica, io non abbia mai dei veri motivi per scagliarmi contro tale o talaltra commedia leggera, che riassuma in sè con varie intensità i punti sopra descritti.
E, soprattutto, sconfortato dall'idea che le mie risate sparse e la mia volontà di cercare e ritrovare un porto franco in queste visioni alla fine giustifichino tutto ciò, cancellando qualunque rigurgito analitico e dando alla mia coscienza delle grossolane pacche sulla spalla.

Basta così, allora. Linea piatta anche per me. Come la morte eccellente che si verifica in Femmine contro maschi. Qualunque cosa voglia dire questo delirante sfogo.
E già che ci siamo, sono sconfortato anche da quel maledetto biiiiiiiiiiiiiip che accompagna immancabilmente qualunque morte da ospedale sullo schermo. Nella vita vera, quando qualcuno muore in ospedale lo fa molto lentamente. E non c'è nessun cazzo di biiiiiiiiiiiiip.
Altro che lettere d'amore e figurine di Schillaci.

venerdì 18 febbraio 2011

Magari non lo direste,

ma uno dei film che attendo con maggiore entusiasmo per il 2011 è

questo.

lunedì 14 febbraio 2011

ACME giovanile


Quanti di noi, da bambini, rimanevano affascinati e divertiti dalla versatilità produttiva del Laboratorio ACME, il cui onnipresente marchio campeggiava su quasi tutti i marchingegni utilizzati da Wile E Coyote e altri personaggi della Warner Bros?
In molti ci chiedevamo se quello fosse il cognome dell'immaginario magnate industriale o se fosse solo qualche citazione o gioco di parole a noi ignoto. O entrambe le cose, perchè no.
Ebbene, anni dopo ho scoperto che ACME era semplicemente l'acronimo della dicitura "A Company Making Everything". Un payoff più che azzeccato, per una ditta del genere.

Il tuffo nostalgico da Looney Tunes mi è stato indotto dalla scoperta di uno speciale librone in vendita da pochi giorni in librerie e fumetterie. Il catalogo ACME, edito da Panini Comics.
Uno di quegli acquisti cartacei capace di riempirti di entusiasmo infantile e adulto senso di colpa nelle stesse quantità.
Beh, che dire allora: magari fatevelo regalare.
Io per ora lo osservo da lontano, con diverita circospezione.
Chissà che, sfogliandolo, non trovi qualche simpatico articolo da regalare ad amici e parenti sgraditi...

giovedì 10 febbraio 2011

Orfani di Adamo...


...tornate a sorridere.
O forse no.
La versione italiana di CAPRICA è finalmente approdata sul satellite.
Il canale è Steel/Sci Fi, ma ovviamente è sempre disponibile in streaming.
Probabilmente i fan più accaniti già avranno seguito la prima stagione in originale. Prima e unica, in realtà, dato che gli ascolti non hanno permesso alla serie il rinnovo per l'anno successivo.
Ad ogni modo, è sempre una scia - seppur debole - di quelle atmosfere da fantascienza metafisica cui il prezioso Battlestar Galactica ci aveva abituato (benissimo). Certo, a parte quel finale misticheggiante e angelico che ne aveva un pò sporcato il ricordo...

Beh, allora buona visione.
Così diciamo tutti.

sabato 5 febbraio 2011

Sono solo voci


Quattro brusii, per la precisione.
Di cui tre, inaspettatamente, con regolare contratto di prestazione.
Un inizio.
Anche se mai come in questo caso, quell' "essere a metà dell'opera" appare più lontano dalla realtà. Checchè ne dica qualsivoglia rodato proverbio.
Ma sono punti di vista.
Vedremo.
Chi vivrà, ascolterà.

See You,
Space Cowboys (and Cowgirls).

sabato 29 gennaio 2011

Autoforum sulla nuova voce del Dr House


RAGA MA VOI KE NE PENSATE DELLA NUOVA VOCE DEL DR HOUSE?

freddy: nun se po sentiiiii!!!
sheldon89: prima aveva una personalità ora sembra proprio un altro telefilm
DarKReign: A me non dispiace. E poi parliamo della voce ufficiale di John Malkovich, mica pizza e fichi...
freddy: bbona la pizza coi fichi! e cmq il dr house nn è J.Mlkvc, scusa.
annarita_free: noooo io ci sono rimasta troppo maleeee! ma perchè l'hanno cambiata? era tanto bravo quello di prima! speriamo che ci ripensino... ç_°
BitMaster: Mah, io spero proprio di no, sennò saremmo in un film di Romero...
freddy: chiiiiiii???
sheldon89: Ma pure il personaggio è cambiato... Forse la voce è cambiata proprio nel momento in cui c'è stata una svolta nel telefilm... Boh...
gargamella92: Ciao a tutti. Si, anche io sono rimasto deluso, ma tanto ormai il mitico House me lo guardo in streaming coi sottotitoli appena esce. Anche se fosse rimasta la voce di prima non me ne fregherebbe più niente...
annarita_free: vabbè scusa k vuol dire qua stiamo parlando della voce nuova rispetto a quella vecchia. se sei venuto qui solo per fare polemica puoi anche andartene subito!!!
freddy: sò daccordo con annarita... a gagamella, se 6 qui giusto pe cacà er cazzo te ne poi pure annà...
DarKReign: Ragazzi, su, non litighiamo. Del resto siamo tutti qui per scambiarci opinioni su una serie che amiamo tutti, no? Che bisogno c'è di alzare i toni in questo modo?
annarita_free: a ma nn mi sembra propio di aver alzato i toni, al massimo è gargamella922 che ha è venuto qui per fare lo sborone che tanto non gliene frega niente, scusa. e poi questo è un FORUM, quindi un luogo pubblico, e dico quello che mi pare!
freddy: e dajee annariiiii!!!
giancarlooddi:
dio mio, che branco di sfigati.. perchè non vi riunite e non fate un suicidio di gruppo?
sheldon89: Al di là della polemica in corso, credo però che se facciamo passare un pò di tempo cominceremo ad abituarci alla nuova voce.. O forse no, chi lo sa.. Voi che ne pensate?
giancarlooddi: Io penso che sei ancora vivo, e questo non va bene.
DarKReign: Ragazziiiii... Su, dai....
annarita_free: guardate io sono schifata, siete tutti un branco di segaioli attaccabighe. andate a cagareee!
freddy: sono daccordo. un conto è cojonà, un conto e offendere. mica stamo a fa una gara qui. brava annarita, te l'appoggio in pieno!
gargamella92: Azz! Manco il tempo di farmi una doccia e le cose sono degenerate in questo modo... Comunque no comment. Credo che la tristezza di queste reazioni si commentino da sole. E senza sottotitoli.
annarita_free: che centrano i sottotitoli, mò? tu sei solo un cafone assieme a quell'altro. e nn ci credo ke ti sei fatto la doccia.
giancarlooddi: Signore, ti ringrazio per tutto questo.
BitMaster: Allora? Nessuno ha capito la battuta su Romero...? :p
sheldon89: Raga che voi sappiate si possono linkare i filmati sul Forum?
giancarlooddi: E tu che ci fai ancora lì? Guarda che i tuoi amici sono già in cima alla collina! Se corri li raggiungi. Dai, su.

venerdì 21 gennaio 2011

Al mio segnale...


E vabbè,
riproviamo.
Questa volta per bene, però.
Chissà...

giovedì 13 gennaio 2011

E' un po' come vivere nel dopoguerra senza aver vissuto la guerra.


Mi spiego?

Tutto quello che hai fatto, le cose che hai studiato, quello a cui eri abituato, ciò che speravi di fare o di diventare, è come se non avessero più senso.
Avevi immaginato un percorso che ti avrebbe garantito uno stile di vita che fosse almeno (almeno) pari a quello della tua famiglia. Hai quasi ripudiato la tua terra di origine perchè gretta, chiusa e senza prospettive, preferendole lidi più esotici e metropolitani dove formarti e - magari - un domani lavorare. Hai imparato a pensare che il naturale iter scolastico oramai dovesse sfociare nell'Università, perchè lo studio è la cosa più importante ed è ciò che rende davvero liberi.

Poi ti rendi conto che il mondo è capovolto. Che la gente paga per lavorare. Che gli aiuti statali vanno alle scuole private e non a quelle pubbliche. Che la cultura è diventata il germe dell'inoccupazione. Che la satira sulla crisi è solo un sabotaggio comunista. Che devi epurare il curriculum e parafrasare i tuoi titoli, perchè la diffidenza verso i laureati cresce sempre di più.

Bisogna improvvisare. Resettare tutto ciò che si è avuto o imparato e reinventarsi qualcos'altro con nuovi mezzi di (e molta) fortuna. Buttare mestieri e lauree precedenti nel pitale. Rinunciare all'idea di poter coprire gli anni difficili con contributi che non puoi versare. Imparare ad amare uno Stato che ti ha offerto servizi scadenti e un'educazione impervia e che poi, quando gli dici che forse te ne devi andare, non ti guarda neanche negli occhi e sussurra "fa come vuoi" continuando a lavare i piatti. Come con un figlio adottivo che non è stato mai amato davvero.

E tutto questo, con la beffarda consapevolezza che la tua generazione sarà stata più povera sia di quella precedente che di quella che le seguirà.
Ecco
tutto.

Continueremo ad affittare appartamentini in periferia (forse stanze), inviare CV e tentare concorsi che pubblicano i risultati degli scritti due ore dopo la fine della prova.
Chissà, prima o poi.
Prima o Poi, però. O l'uno o l'altro.

E come dice Servillo, "nel migliore dei casi fai una vita tranquilla".
Ma nel migliore.

domenica 9 gennaio 2011

American epiphany


Quando andai a vedere American Beauty, nel 1999, non sapevo assolutamente nulla. Ero poco appassionato di film d'"autore". Mi era stato sempre insegnato che andare al cinema poteva valere la pena soltanto per le americanate con centinaia di effetti speciali. Erano solo 2 o 3 anni che mi ero concesso di andarci per cose più dozzinali come cartoni animati, commedie, horror o addirittura film indipendenti. Ero poco informato su ciò che usciva in sala, non collegavo quasi mai i titoli ai registi - a parte con Spielberg - e mi ritenevo vagamente anche un detrattore del mezzo cinematografico.
Ma soprattutto, quando andai a vedere American Beauty non sapevo assolutamente nulla di American Beauty.
Non sapevo che attori ci fossero, di cosa parlasse, chi fosse il regista. E dalla locandina e dal titolo, temevo fosse "solo" una commedia, e già stavo rimpiangendo la spesa del biglietto.

Quando uscii dalla sala, qualcosa in me era cambiato.
Non che non avessi visto - e rivisto - dei film più belli, nella mia vita. Ma non era mai successo di aver provato una tale soddisfazione inaspettata per essere andato al cinema a scatola chiusa. Tanto è frustrante un'esperienza pagata che delude quanto è sovraccaricata un'epifania raggiunta con impiego di tempo e denaro.
E fu quel giorno, senza dubbio, che io diventai un cinefilo. Anche se ancora non potevo saperlo.

Eppure, se non vi fossi stato trascinato, quel giorno, io al cinema non sarei mai andato a vedere un film dal titolo American Beauty.

Perchè questa premessa?
Beh.
Mi piace pensare che da qualche parte, in questo paese, in un contesto mediatico di 10 anni più vecchio eppure infinitamente più giovane, ci siano dei piccoli Giangidoe che avranno aggirato lo stesso scoglio guardando - forse loro malgrado - American Life.
Magari, se non trascinati al cinema, incollati svogliatamente alla poltrona da qualcuno per vederlo in streaming o scaricato.
Sovraccarico epifanico a parte.

martedì 4 gennaio 2011

"Forse volevo soltanto provare"


Beh, che dire?
Non so se è un nuovo inizio o semplicemente un rigurgito nostalgico.
So solo che ero sicuro che il mio primo post dopo tanto tempo doveva essere per segnalare la mia ultima ossessione musicale.
Un complesso indie-rock che in pochi mesi è diventato uno dei miei gruppi preferiti:
I MINISTRI.

Qui sotto ci sono cinque canzoni con relativo testo.
E meritano tutte un ascolto attento e ripetuto.

Detto questo, buon anno a tutti.
Se possibile.



TEMPI BUI



Veramente vivo in tempi bui
E non è per rovinarti il pranzo
Che ti dico arriva la marea
E tu la scambi per entusiasmo
Veramente vivo in tempi bui
E non ho nulla di cui preoccuparmi
Perchè sono diventato buio anch'io
Ma di notte sono uguale agli altri

E mi cambierò nome
Ora che i nomi non valgono niente
Non funzionano più
Da quando non funziona più la gente
Mi cambierò nome
Ora che i nomi non cambiano niente
Non funzionano più
Da quando non funziona più la gente

I tedeschi sono andati via
Come faremo ora a liberarci?
Non possiamo neanche uccidere il re
Perchè si dice siamo noi i bersagli
Veramente vivo in tempi bui
Riuscivi solo a chiedermi per quanto
E ora son diventato buio anch'io
Che cos'hai tu da brillare tanto

E mi cambierò nome
Per passar le dogane e gli inverni
Andrò sempre più giù
Dove non serve tenere gli occhi aperti

E mi cambierò nome
Ora che i nomi non valgono niente
Non funzionano più
Da quando non funziona più la gente
E mi cambierò nome
Ora che i nomi non cambiano niente
Non funzionano più
Da quando non funziona più la gente

E mi cambierò nome
E mi cambierò nome
E mi cambierò nome
E mi cambierò nome



IL BEL CANTO


Che cosa stavo aspettando
Quando mi è crollato il letto?
Chedilo pure a mio figlio
Lui viene dopo di tutto.
Che cosa stavi comprando
Quando si è richiuso il cielo?
Quando volevi abbracciarmi
E hai rovesciato il veleno..

Ed è come se
Non avessi mai
Deciso niente

Ed è come se
Non avessi mai
Deciso niente

Che cosa stavo ascoltando
Quando è tornato il bel canto?
Quando mi hai chiesto Battisti
Io da quell\'orecchio non sento...
Che cosa stiamo aspettando
Altri diritti del luogo?
Tu hai già venduto le braccia
E sta finendo l\'azoto

Hanno dovuto bendarmi perchè vedessi un pò meglio
Hanno dovuto drogarmi per farmi rimaner sveglio
Hanno dovuto legarmi perché godessi più in fretta
Mi han tolto pure le armi e mi hanno affittato una cuccia
Hanno dovuto pregarmi perché continuassi a bere
Hanno dovuto cullarmi per non farmi vomitare
Hanno dovuto sudare per prendermi le misure
Ora mi vestono loro ed io posso tornare a cucire

Ed è come se
Non avessi mai
Deciso niente

Ed è come se
Non avessi mai
Deciso niente

Ed è come se
Non avessi mai
Deciso niente

Ed è come se
Non avessi mai
Deciso niente

Ho aperto troppe finestre
E non so da quale buttarmi
Voglio un nemico fidato
Voglio guardarlo negli occhi
Ci meritiamo le stragi altro che ALberto Sordi
Fatemi uscire di casa
Solo per costituirmi

Hanno dovuto bendarmi perchè vedessi un pò meglio
Hanno dovuto drogarmi per farmi rimaner sveglio
Hanno dovuto sudare per prendermi le misure
Ora mi vestono loro ed io posso tornare a cucire



GLI ALBERI


Anche questa volta mi dovrei difendere
Dagli sguardi della gente
Perchè non ha più senso sentirsi diversi o
Provare ad assomigliare a tutti
Le colpe sono colpi da schivare
Mentre giù nella trincea non sai nemmeno chi puntare

Da quanto tempo ormai sappiamo che non fa per noi
Chissà che fine farà
La nostra città
Chissà che fine farà

Noi saliremo sopra gli alberi
E sputeremo in testa a chi si avvicinerà
E guarderemo da lontano le guerre
Che incendieranno la nostra città

Noi saliremo sopra gli alberi
Ma così in alto che nessuno se ne accorgerà
E guarderemo da lontanto il cielo cadere
Sulla nostra città

E anche questa volta ci dovremo arrendere
Ai discorsi dlla gente
Lanciamo come bombe i nostri cuori all'orizzonte
Per tenerci lontano dagli scontri
Ma tanto c'è ne è sempre uno di troppo
Che ci sveglia la mattina e ci addormenta la sera

Da quanto tempo ormai sappiamo che non fa per noi
Chissà che fine farà
La nostra città
Chissà che fine farà

Noi saliremo sopra gli alberi
E sputeremo in testa a chi si avvicinerà
E guarderemo da lontano le guerre
Che incendieranno la nostra città

Noi saliremo sopra gli alberi
Ma così in alto che nessuno se ne accorgerà
E guarderemo da lontanto il cielo cadere
Sulla nostra città

Noi getteremo le divise a terra
E brucieremo la bandiera bianca
E guarderemo da lontano le guerre
Che incendieranno la nostra città

Noi saliremo sopra gli alberi
Ma così in alto che nessuno se ne accorgerà
E guarderemo da lontano le guerre
Che incendieranno la nostra città



MANGIO LA TERRA


Nelle nuvole
vedevano tutto
le cose perdute
le automobili appena comprate
ed io capivo soltanto
che non erano nostre
e che da vicino non erano bianche

prendilo in braccio
fallo girare
deve prendere aria
non c'è bisogno di farlo curare
non l'ha più fatto non l'ha più fatto
forse voleva soltanto provare
non era vero
a me piaceva e mi nascondevo
per non farvi star male
e ancora oggi
quando tu manchi
io mangio la terra
io mangio la terra

e mi vedevi giocare in cortile
credevi che fosse tutto normale
ma io le cose non le voglio solo capire
io le cose le voglio mangiare
e nel mio stomaco entrava di tutto
le vostre sfuriate
la carta per fare i regali

prendilo in braccio
fallo girare
deve prendere aria
non c'è bisogno di farlo curare
non l'ha più fatto non l'ha più fatto
forse voleva soltanto provare
non era vero
a me piaceva
e mi nascondevo per non farvi star male
e ancora oggi quando tu manchi
quando tu manchi
io mangio la terra
io mangio la terra

prendimi in braccio
fammi girare
devo prendere aria
non c'è bisogno di farmi curare
non l'ho più fatto non l'ho più fatto
forse volevo soltanto provare



ABITUARSI ALLA FINE


Se non ci credi più
se dormi e sei più stanco

se oggi è già domani e non è successo niente

se l'hai capito già
e poi non riesci a dirlo

che i nostri sogni sono più tristi uno dell'altro
va tutto bene
va tutto bene
ci siamo solo persi di vista

va tutto bene
va tutto bene
ci vuole tempo per ricominciare

per abituarsi alla fine
per abituarsi alla fine


se guardi un po' più in là
dove non sei gradito

e scopri che qualcuno lascia impronte indisturbato
e sposta i mobili
con una mano in tasca

nemmeno sa che tu non c'eri mai riuscito
è tutto vero
è tutto vero
ci siamo solo persi di vista

è tutto vero
è tutto vero
ci vuole tempo per ricominciare

per abituarsi alla fine
per abituarsi alla fine


queste sono le foto
dei tuoi polmoni tra 10 anni

tra 10 anni avrò nuovi polmoni
e tutto il tempo per risporcarli

tutte le madri che di notte
sostituiscono i pesci

lasciano noi lì a galleggiare
a cercare un modo per andare a fondo

quando mi sveglio e non mi ricordo
cos'è successo negli ultimi anni

cos'è successo negli ultimi anni?
sono le piante a togliermi l'aria

io sono nato da qualche mese
conto di vivere per qualche mese

c'è solo un modo per vedere oltre
pianificare la propria morte

ed è fare debiti
è fare debiti
è fare debiti
è fare debiti

e fare debiti
e fare debiti
e fare debiti
e fare debiti

ci vuole tempo per ricominciare
per abituarsi alla fine
per abituarsi alla fine
per abituarsi alla fine
per abituarsi alla fine