giovedì 12 febbraio 2009
Il dolce - e un pò fatato - regno di Astria (Giappone file 6)
In Giappone, ci sono distributori automatici di qualunque cosa: quotidiani, libri, medicinali, uova e -ovviamente- vari tipi di snack e di bevande.
Per queste ultime, quasi sempre in lattina o in bottigliette, è prevista una sezione "calda" ed una "fredda".
Durante la mia permanenza nipponica, tutti i giorni io prendevo dalla macchinetta, per colazione, un tipico caffellatte nipponico della Georgia (il nome della famosa ditta che lo produce) o una cioccolata al latte della stessa ipercapillarmente presente azienda.
Ebbene: mi sono reso conto che molte bevande e cibarie che da noi sono proverbialmente zuccherate, nel Sol Levante sono assolutamente prive di qualunque sfumatura dolciastra.
All'inizio, questo mi ha un pò spiazzato. Cercavo di ripetermi che forse era la cosa più giusta, per un popolo, quella di abituarsi a cibi non zuccherati, nemmeno con dolcificanti alternativi. Ma, inutile dirlo, qualche volta rimpiangevo l'arbitrio autolesionista italico che mi avrebbe permesso di zuccherare il caffellatte della macchinetta, o il gusto stucchevole di gomme e caramelle rinfrescanti ufficialmente sugarfree ma poi decisamente candite.
In Giappone, lo sugarfree non esiste. C'è lo sugarless. Che è tutta un'altra cosa.
Ad ogni modo, una delle eccezioni più lampanti in questo amaro regime, è il gelato.
Il gelato giapponese è grasso, pannoso, granuloso e- soprattutto- dolcissimo. L'ho provato poche volte, a dire il vero, ma questa percezione mi è rimasta impressa come una curiosa anomalia.
La cosa più interessante, però, è la veste inspiegabilmente epica che a questo squisito dessert ho visto indossare oltreoceno.
Una volta, nella tradizionale cittadina di Kamakura, mi sono imbattuto in una gelateria che voleva richiamare, nella sua insegna, l'esotismo e la freschezza gustosa dei sapori italiani (vedi foto di apertura).
Curioso come pochi, ho dato una scorsa veloce alla mia regione per individuare qualche città conosciuta. E il mio stupore è stato immenso nel leggere la parte cerchiata della foto qui sotto:
Ora, per quanto la definizione dei caratteri di quell'insegna fosse volutamente evanescente, a me parve -e pare tuttora- di aver individuato la capitale della mia regione natia nella mitica e altisonante roccaforte di ASTRIA.
Immensa fu la mia gioia nello scoprire che ll banale ed ordinario scenario dove avevo coltivato la mia passione per le sognanti e magiche atmosfere dei fumetti e dei cartoni giapponesi, si fosse anch'esso rivelato per il fantastico mondo fantasy-presumibilmente-medievale che forse meritava di essere.
Sinceramente, per quelle che erano le mie suggestioni adolescenziali, credo che avrei preferito un più futuristico "Neo-Bary-3", o il più vagamente cyberpunk "Bary-Tech-Salem".
Ma direi che anche spadoni, cavalli e stregoni non sfigurerebbero, nel Tavoliere Incantato.
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11 commenti:
troppo bello.
Mi dispiace spezzare la poesia...ma credo che lì ci sia scritto ANDRIA!
P.S. A riguardo di un tuo vecchio post sul cyberthriller, basato dui codici di conferma per l'approvazione dei commenti, vorrei informarti che questa volta sono costretta ad inserire la parola "flation"...
@ tuiti:
Troppo buona ;)
@ isline:
Guarda, il dubbio era venuto anche a me.
Tuttavia,
considerando che è l'UNICA città che compare in quella mappa a rappresentare la Puglia (e che non era nemmeno una provincia, presumibilmente, quando fu creato il disegno)
e tenendo conto del fatto che le scritte erano volutamente sfumate ed imprecise,
ho deciso di optare per una percezione mitologica della penisola, secondo quello che era verosimilmente l'intenzione delle gelataie menti autoctone.
Che poi, dico io, anche se il riferimento fosse reale, proprio Andria dovevano scegliere?
Per me ha ragione Isline: è Andria...
devo capitolare anch'io. c'è scritto proprio andria. desolée. e ti dirò di più... credo di riconoscere la mando di un giovin uannà appena uscito dall'istituto d'arte di corato. è made in pooglia, fidati. :)
@ Franca e Giustina:
Lo so, lo so: era verosimilmente Andria.
Continuo a chiedermi come mai, della Puglia, non ci fosse il nome di qualche provincia, o perlomeno di una città dal respiro più "internazionale"...
Comunque, sul fatto che la mia suggestione fantasy sia stata progressivamente distrutta, non vi è -ahimè- alcun dubbio.
Ah, turpi commentatori! :p
@ giustina:
Il disegno era (è) fichissimo.
E ritrovarmi quella cartina spettacolare dall'altra parte del pianeta, così, inaspettatamente, ha senza dubbio amplificato la percezione "fiabesca" di quell'immagine così relativamente lontana.
Ma davvero sai chi è l'autore?
Beh, ora sono curioso!!!
Decisamente interessante ma ti confesso che non so se riuscirei ad adattarmi. :-D
Molto suggestivi i tuoi post sul Giappone, continuerai spero :)
ps. bellizzima la nuova header del blog! Sei tu quello piumato?
@ chit
Guarda: aneddoti a parte (alcuni dei quali, per la sensibilità italiana, decisamente ai confini della realtà) posso dire che tornare in Italia dopo un mese in Giappone è un pò come buttarsi in una vasca ghiacciata dopo un rilassante bagno caldo con idromassaggio. Con la sola differenza che non fa nemmeno bene alla pelle o alla circolazione.
@ flo:
Purtroppo la mia avventura nipponica si è conclusa. Ma, in effetti, qualche altro file credo di metterlo in cantiere...
Riguardo la header del blog (che non sapevo si chiamasse così!):
diciamo che proseguo idealmente sul profilo dei personaggi che amo di più e che erano già protagonisti delle header precedenti (ovvero Charlie Brown e Marty McFly).
Svuotata ovviamente l'immagine da ogni accezione più volgare o ammiccante (che credo comunque non esserci), un pò di sana empatia col papero antropomorfo che salva il mondo non la posso negare...
;)
Secondo me c'è scritto proprio ASTRIA,anche perchè se fosse andria,dovrebbe essere leggermente più al sud e più interna.Mpoi vi pare che i nippo ci mettano andria?C'è un limite a tutto.
micky
In effetti, avevo controllato la collocazione geografica reale di Andria e avevo notato questa imprecisione.
Ma, del resto, questo non avrebbe importanza nella chiave di lettura mitologica della cartina fantasy.
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