domenica 15 novembre 2009
"Dove vi sono le cose selvagge"
Più o meno la traduzione letterale suonerebbe così. E in un certo modo, il titolo italiano rende bene il senso del film.
Tuttavia, considerando la componente più psicologica della storia, e potendo interpretare quell'aggettivo nell'accezione di primordialità e quel sostantivo come riferito ad entità e stati d'animo piuttosto che alla semplice e generica fisicità oggettuale, la forza della sua versione originale (Where the Wild Things Are) è indubbiamente maggiore.
Della storia non dirò nulla. Solo che era più o meno ciò che mi aspettavo. E, per inciso, mi aspettavo qualcosa che mi avrebbe emotivamente scosso. Niente di scabroso o disturbante, solo non un semplice film di fantasie infantili.
Forse avrebbe giovato alternare la realtà vera a quella fantastica almeno una volta durante la narrazione, fra la primissima e l'ultimissima parte. Mentre, così com'è, anche seguirne il lato più "psicanalitico" risulta invece abbastanza alienante.
Comunque un film molto bello, l'ultimo di Jonze. Incredibile che il romanzo che l'ha ispirato sia solo un breve libro illustrato per bambini, e non un romanzo vero e proprio.
Una nota particolare, oltre che alle musiche, va al protagonista maschile: finalmente un bambino che fa il bambino e non tenta di fare l'adulto o di recitare come tale. L'anti Macaulay Culkin, se vogliamo. Anche se l'esempio negativo snervante ed un pò più attuale che mi verrebbe spontaneo fare, sebbene attingendo dall'altro sesso, è in realtà Dakota Fanning.
Dio, se penso che intanto è cresciuta, non so se essere contento o no...
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2 commenti:
Non vedo l'ora di vederlo...
(Hai recuperato notizie sulla canzone del trailer?)
No. E la cosa strana è che nel film poi questa canzone non compare proprio...
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