martedì 16 dicembre 2008

If... then...


Il What if...? è un filone di storie molto popolare fra gli amanti del fumetto seriale: si tratta di storie alternative che mostrano come si sarebbe sviluppata la vita di uno o più personaggi se un particolare evento della sua storia personale non si fosse verificato nel modo già noto - e sedimentato - ai lettori.
Ed è questo un artificio sfruttatissimo anche nei telefilm, sebbene spesso in chiave comica o surreale (per motivi narrativi vari).
Ma io, da amante anche di cinema, ripensando nostalgicamente (e a mente fredda) ad alcuni film e serie viste tempo addietro, mi chiedo invece spesso: E DOPO?

Quali difficoltà avranno incontrato, in un rapporto maturo e difficile, la ragazza di Mr Jones (un più che mitico Richard Gere) e lo stesso maniaco-depressivo protagonista dopo i titoli di coda?

Col passare degli anni, il ricordo di Soichiro sarà abbastanza sbiadito da permettere alla religiosissima e pudica ex-vedova Kyoko Otonashi di pensare più serenamente al proprio futuro di coppia con il suo nuovo marito, e magari di pensare a quest'ultimo come l'anima da ritrovare al proprio fianco anche nel mondo dei più, un domani lontano?

Che tipo di esperienze e rivelazioni avrà mai potuto fare l'autistico sopravvissuto del primo, claustrofobico CUBE dopo quella dissolvenza in bianco così pura ed accecante (e prima dell'orrido e successivo CUBE ZERO)?

Cos'avrà fatto il giovane Truman dopo essere uscito da quella porticina mimetizzata nel set della sua vita-show? Quali odissee legali, sentimentali, emotive e mediatiche avrà dovuto fronteggiare una volta rientrato nel mondo "reale"?

L'esempio più classico di questo tipo di fantasia però è:
ma poi, Cenerentola/Biancaneve/Rosaspina/principessa-generica ed il suo principe azzurro, dopo quel "felici e contenti", hanno davvero vissuto TUTTO il resto della loro vita senza psicosi, drammi, pericoli, sabotatori, malattie?
Io mi immagino invece una Biancaneve che si sveglia sudata di notte per aver sognato la vecchietta avvizzita della mela ma rifiuta la terapia perchè socialmente sconveniente; o il dinseyano principe Filippo ormai complessato e depresso come un reduce di guerra a causa dei ricordi legati alla sua lotta col drago (con relativi psicodrammi e tradimenti con la sua bella ex-addormentata, ormai sempre più insonne).
Ebbene,
questo filone, che niente -o quasi- ha a che vedere con i normali sequel e che sono perlopiù improponibili all'intero medesimo pubblico che ha amato le storie originali, io amo chiamarlo per opposizione:
...And then...?

E se mai un giorno dovessi trovare un libro che proponga la sua versione -in chiave non troppo ironica- di alcuni interessanti esempi, potrei davvero svenire.

15 commenti:

Franca ha detto...

Mentre nei film un "dopo" può essere ipotizzato, nelle favole no.
Il "dopo" è tutto in quel "e vissero felici e contenti"...

Giangidoe ha detto...

Si, so che è così.
E persino nei film con un finale volutamente aperto, so che la prospettiva del "dopo" non deve essere precisata.
Però, però...

ArabaFenice ha detto...

In tutta sincerità quello dell' "if...then..." é un filone di cui non ho mai sentito parlare fatta eccezione, se vogliamo, per il famosissimo Sliding Doors.
Cioè non credevo ci fosse un vero e proprio filone. Mi pento e mi dolga della mia ignoranza.

Giangidoe ha detto...

No, no, un attimo. C'è un piccolo equivoco...
Non credo esista il filone col nome che ho proposto io qui.
In questo post ho solo fantasticato su una mia suggestione personale: ovvero IO amerei un filone di questo tipo -soprattutto in chiave più matura- e IO lo chiamerei, in opposizione al già noto ed esistente filone "What if...?", con l'etichetta "And then...?".
Il titolo del post -come di solito amo fare- 'gioca' con le due etichette succitate, richiamando il tipico periodo ipotetico in inglese, terrore di tutti i poveri studenti di quella lingua e foriero di confusione.
Come questo post, mi sa... ;)

ArabaFenice ha detto...

ehm...
Il What if...? è un filone di storie molto popolare fra gli amanti del fumetto seriale: si tratta di storie alternative che mostrano come si sarebbe sviluppata la vita di uno o più personaggi se un particolare evento della sua storia personale non si fosse verificato nel modo già noto -e sedimentato- ai lettori.


ehm... è vero che a volte prendo fischi per fiaschi ma come avrei fatto a capire che è suggestione personale?

per punizione beccati il nuovo post sulla fortezza. Ti riguarda.

Giangidoe ha detto...

Ma infatti mi riferivo al passaggio finale, che sintetizza il fenomeno di cui parlo nel post:

"Ebbene,
questo filone, che niente -o quasi- ha a che vedere con i normali sequel e che sono perlopiù improponibili all'intero medesimo pubblico che ha amato le storie originali, io amo chiamarlo per opposizione:
...And then...?"

Diciamo, un ideale contrasto tra il già esistente "What if?" e quello che piacerebbe a me, questo fantomatico "And then?".

Si, lo so, può sembrare un pò contorto...

Passo subito alla lettura della Fortezza! ;)

Anonimo ha detto...

Questo filone del "what if" mi punge sul vivo, sono estremamente curiosa e capita a volte che una storia collaterale possa essere più avvincente di quella originaria..

Giangidoe ha detto...

Si, gli episodi a fumetti ed i telefilm con questo tema spesso passano alla storia, quando sono particolarmente azzeccati.
Altre volte si riducono invece ad operazioni commerciali stanche e furbette, senza alcuna ampiezza di respiro.

Anonimo ha detto...

OT: premio for you, pregasi ritirare immediatamente ;)

Giangidoe ha detto...

Fatto e commentato.
Grazie ancora!!!

Giorgio Salati ha detto...

Il "What if" è un genere che mi affascina parecchio. Ci sono alcuni "what if" che non riguardano solo personaggi già esistenti di un serial, ma che si concentrano sulla Storia: che cosa succederebbe se Hitler avesse vinto la guerra? E via di seguito con lo scenario del mondo nazista ai giorni nostri...

Uno degli esempi più interessanti di What If è il mitico "Zona X", spin off di Martin Mystère quando ero un ragazzino... Era veramente bello!

Per quanto riguarda il "And then?" eheh si potrebbe inventare come nuovo genere!

Però citi "The Cube" che ha un finale molto particolare. La mia sensazione è che, nel far sopravvivere il ritardato, ci fosse un significato simbolico. Come se si fosse voluto far ripartire l'umanità da zero, dal "puro"... il ritardato come un nuovo Adamo per cancellare dall'umanità quella malizia che la contraddistingue...

Infatti mi sono immaginato che fuori da quel cubo, dietro quella luce accecante ci fosse un mondo completamente distrutto, e che fosse stato Dio a mettere quei soggetti dentro al cubo... o qualche scenziato pazzo.

Lo so che sembra un discorso un po' troppo concettuale dietro a The Cube, però chissà...

Giangidoe ha detto...

Hai ragione, il What if non riguarda solo i fumetti. Probabilmente come etichetta è diventata famosa qui da noi più fra gli appassionati di comics americani perchè, in quel tipo di storie alternative (peraltro molto ricorrenti), viene mantenuta spesso la dicitura originale. Io stesso ho "assorbito" questa categoria nominale proprio da quando leggo Spiderman.

Il discorso CUBE è in effetti complicato. In realtà, il genere che a me piace chiamare "And then?" non dovrebbe essere applicabile a film o storie che hanno un finale VOLUTAMENTE aperto, ma a quelle sulle quali si potrebbero fare speculazioni autoriali dal taglio più realistico.
L'esempio più tipico che mi viene in mente ora -e che adesso inserisco nel anche nel post- è:
"Cos'avrà fatto il giovane Truman dopo essere uscito da quella porticina mimetizzata nel set della sua vita-show? Quali odissee legali, sentimentali ed emotive avrà dovuto fronteggiare una volta rientrato nel mondo 'reale'?"

Riguardo al caso dell'autistico del Cubo, dopo aver visto il deludente CUBE ZERO, l'idea di considerare il finale di CUBE come aperto è forzatamente sfumata, e la mia mente ha cominciato a nobilitare il ricordo del capostipite di quella saga a livelli forse anche più ambiziosi di quelli che erano nelle speranze dei suoi creatori. Perciò ti capisco benissimo quando parli di un discorso che potrebbe sembrare "troppo concettuale". Anche io sono solito fare questi voli (con esiti talvolta imbarazzanti, fra i miei amici...)

Ad ogni modo, grazie mille per il tuo commento!
Approfondire e discutere temi narrativi mi piace molto. Soprattutto quando riesco a farlo con uno sceneggiatore ;)

Anonimo ha detto...

mio caro.. i tuoi stimoli sono altamenti provocatori.. non ho resistito e ho scritto un lungo post al riguardo.. anche se non ne sono neppure soddisfattissima.. potrei scriverne per giorni.. e se ti va possiamo approfondire.

Anonimo ha detto...

Avevi ragione nella tua tirata d'orecchie al commentatore incostante che sono: il post mi interessa molto. La domanda chiave non è se certi seguiti debbano essere narrati, ma se le storie a cui darebbero luogo possano avere una dignità narrativa autonoma, ovvero: ci piacerebbero anche se non esistessero le premesse da cui discendono? L'importante secondo me è che non servano solo a colmare la pigra curiosità tipica di chi ad esempio su Facebook (sai quaanto poco lo stimo, Giangi ;)) vuol sapere che fine hanno fatto i "personaggi" della sua storia scolastica. Detto questo, probabilmente quasi tutti i seguiti possibili per storie come quella, emblematica, di Truman, sarebbero necessariamente pieni di prosaici risvolti pratico-legali, ma ho il sospetto che sia proprio questo a stuzzicarti, visto anche quanto abbiamo già discusso su temi quali 'risarcimenti dovuti da supereroi per danneggiamenti procurati nell'espletamento delle proprie funzioni'. Credo che un film quale "L'appuntato Caforio verbalizza la deposizione del Sig. Oscuro, Cavaliere" sarebbe forse entusiasmante una tantum, per l'elemento di novità e la rottura di schemi che pretendono di limitare la patente di narrabilità solo allo straordinario, ma sarebbero comunque parassiti del prequel proprio perché interessanti solo in rapporto ad esso. Condivido la tua curiosità per il 'dopo' ma proprio per questo non vorrei vederlo rappresentato per non rovinare certi miti che vivono solo nel non detto. Anzi, proprio sul tuo Truman pongo il veto al sequel: il finale perfetto per un personaggio che si è affrancato dalla curiosità degloi spettatori è sparire nel nulla e non far sapere nulla di sé.
...
Però... però stavo pensando a un "Prison Break di Ferragosto", in cui l'ormai ottuagenario Michael Scofield, affidato per un giorno dal nipote al vicino, fugge scavando un tunnel con la dentiera...

Giangidoe ha detto...

Caro Andosan,
nel rinnovarti gli auguri, non posso che ringraziarti per il tuo lungo e stimolante commento. Oltre alla conclusione da virtuale bacio accademico, sto ancora ridendo per la storia della "deposizione" ;)

Se avrai tempo e voglia, ti linko anche il post-appost della preziosissima Tuiti, che ha colto provocatoriamente spunto da qui con un suo contributo decisamente illuminante (corredato di commenti altrettanto interessanti):

http://tuiti.splinder.com/post/19361159/and+than..%3F

PS: anche io con FB ho un rapporto molto minimale: oltre a non aver mai fatto un suo quiz, ambisco anche a non arrivare (e superare) i 100 amici. E finora, ci sto riuscendo...