venerdì 5 dicembre 2008
Pescatore, grandi orecchie a sventola... Ma la scuola?
La mia attrazione per SANPEI (da noi reso con una più comoda sostituzione n/m) è molto successiva alla visione, per lo più frammentaria -quasi sbocconcellata- del suo lungo cartone animato.
Ho cominciato in realtà ad incuriosirmi alle avventure del ragazzo pescatore dopo averne letto un dossier su una rivista specializzata -la defunta Lodoss Magazine- che parlava del manga originale come di una delle opere più longeve, semplici e quasi zen del panorama nipponico.
Da allora, più che recuperare il cartone, ho sempre atteso la pubblicazione in versione italiana del fumetto.
In realtà nel 2004 hanno visto la luce alcuni volumi, ma si è trattato di storie nuove e non di quelle classiche degli anni 70.
Il suo autore, discepolo di Osamu Tezuka, ha riversato nei suoi disegni e nelle sue storie alcuni tratti del manga classico, miscelando con maestria i tratti essenziali (e talvolta caricaturali) dei personaggi a storie semplici con connotazioni ecologiste e buoniste di sorta.
Ma quello che mi ha fatto innamorare decisamente del personaggio, è stata proprio una riflessione dell'autore, Takao Yaguchi, contenuta in uno di quei quattro nuovi volumi speciali editi da noi nel 2004.
Yaguchi parte dalla riflessione che spesso i protagonisti dei manga sono ragazzi poco brillanti a scuola, dall'indole ribelle e un pò fuori dagli schemi ma dotati di capacità fisische o poteri notevoli. In un certo senso, dei falliti, degli antieroi che creano una forte empatia con i lettori.
Ma riflettendo sulla propria creazione, egli non nasconde di non aver aderito a questa tendenza.
"La ragione è semplice:", dice, "la vita di un personaggio simile è lontana anni luce da quella che ho condotto. Nella mia esperienza scolastica ho imboccato da subito i binari dello studente modello [...] Ecco perchè dico che non posso immaginare cosa provi chi soffre di scarsa applicazione o rigetto dello studio. Non potrei quindi far finta di niente e intestardirmi a disegnare situazioni di cui non so nulla".
E parlando più specificamente di Sanpei e delle domande più frequenti che i lettori gli hanno fatto, rivela:
"La più frequente è senz'altro quella in cui mi si chiede se il nostro eroe conduca una vita da studente o meno. La mia risposta in proposito è sempre la stessa e cioè si, ovviamente. Tuttavia in questo manga, visto che l'argomento principale è indiscutibilmente la pesca, la vita scolastica di Sanpei è stata tralasciata quasi del tutto. Di solito le vicende si dipanano e si concludono nell'arco di una giornata, quindi basta considerarla come una domenica, un altro giorno di festa oppure un lasso di tempo compreso nelle vacanze estive.".
E, anche se difficile da credere, quest'ultima risposta, così diretta ed ingenua, data da un professionista -in passato probabilmente secchione ai limiti dell'antipatia- ha illuminato il quadro complessivo della sua opera di una luce nuova, ed ha avuto il coraggio di affrontare un grosso tabù-tormentone dei genitori più apprensivi (ovvero quello della diseducatività dei cartoni dove i ragazzi sembrano non avere mai compiti da fare) con la leggerezza sicura di chi questo problema non se l'è mai posto veramente. Ma per pura cognizione di causa.
Lo so, qualcuno penserà che mi esalto (o mi stupisco) con poco.
Ma è di questi piccoli guizzi che gioisce l'appassionato.
Non è così?
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15 commenti:
Sanpei aveva un enorme successo fra i miei amici liceali e non, ma io da brava bambina non l'ho mai visto (anche perchè mi sembra di ricordare che veniva trasmesso su un canale estraneo alla mia antenna, ehm)
Io lo beccavo sulle tv locali, e non sempre guardavo interamente le puntate.
Ma in futuro mi piacerebbe recuperare la serie. Ed avere anche il tempo per guardarla, ovviamente.
Io non l'ho mai visto, ma concordo con chi punta il dito sull'aspetto diseducativo di quasi tutti i moderni cartoni animati...
E anche su questo argomento, ci sarebbe da discutere a lungo.
Ma Sanpei, indubbiamente, ha la caratura e la semplicità dei cartoni d'altri tempi. Rassicurante e formativo sotto vari punti di vista, oserei dire.
Ma è di questi piccoli guizzi che gioisce l'appassionato.
Non è così?
Sì, è cosi e credo di esserne un altro esempio vivente.
Anche se Sanpei è uno degli anime che mi piacciono di meno...
se sei d'accordo posso riportare (ma lo farò domani) il tuo post su La Fortezza, chiaramente citando la fonte:-)
Sapevo che c'era ma non lo guardavo.
In realtà, neanch'io sono un cultore dell'anime di Sampei (e neanche del fumetto, visto che non lo hanno più pubblicato).
Probabilmente amo l'idea di Sampei su cui mi sono fissato, e la semplicità che fa da struttura portante della sua longeva serie. Quel suo sapore un pò classico, capace di dare dignità ad uno sport così "statico" sfruttando leggende, luoghi e specie acquatiche legate ad un contesto per noi lontanissimo.
Il mio post sulla Fortezza??
Certamentissimamente, ne sarò onorato!
;)
@l rockpoeta:
In realtà, quello che mi piaceva sottolineare in questa sede era l'inedito punto di vista dell'autore del fumetto riguardo la concezione del proprio personaggio.
Idea che potrebbe infrangere -o aver infranto- proprio quell'empatia che spesso l'impacciataggine di un personaggio, volente o nolente, crea e sfrutta per il proprio pubblico.
L'ho sempre odiato!! Con quel suo modo di camminare con i piedi larghi e le ginogghia in bocca!!!
Tuttavia sono daccordo con la tua affermazione finale: del resto la caccia ai 'guizzi' trasforma un semplice usufruitore in appassionato
Grazie, cara.
Però c'è da dire che la sigla italiana era (è) fantastica.
Almeno questo me lo concedi? :p
OOOOOOOO Sanpei ... che ricordi ...
Hai decisamente ragione sul lato classico-semplice-romantico di Sampei ma quando non mi piace il character (odio quegli occhi tondi e le facce schiacciate)non c'è altra motivazione che tenga.
per quanto riguarda la sigla... beh eccezionale... non foss'altro per le parodie che ha suscitato:-)
pubblicato sulla Fortezza delle scienze!
Grazie mille!
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