(Attenzione! Questo post è il sequel di Scatologia dell'indagine)
Non so perché mi piaccia così tanto Detective Conan.
Forse perché ho cominciato a comprarlo con la sua prima edizione italiana (della defunta Comic Art) molti anni prima che diventasse famoso grazie al longevo cartone. Forse perché mi affascina quel meccanismo da art attack del delitto, dove banali ma complicatissimi marchingegni omicidi scommettono tutto sul perfetto equilibrio di fili da pesca, nastri adesivi ed insospettabili incastri di azioni ed oggetti quotidiani. Forse per il patto narrativo più azzardato che un manga con pretese realistiche abbia mai proposto, anche ad un pubblico per lo più adolescenziale.
Ad ogni modo, un fattore che si è aggiunto in corso d’opera è senz’altro la sua già decantata disinibizione scatologica.
E giusto per concludere l’aneddoto principale descritto nel post precedente, ho finalmente letto la conclusione del caso del Signore delle Purghe.
L’assassino aveva cosparso di veleno nientepopodimeno che il rotolo vuoto di carta igienica del bagno aziendale, affinchè il malcapitato si contaminasse le mani cambiando quello vecchio con uno nuovo. Conan ha anche spiegato come il killer abbia agevolato la deiezione della vittima aggiungendo i biscotti al caffè a merenda: “Quando si mangia, l’intestino entra improvvisamente in movimento peristaltico per cui, immettendo qualcosa nello stomaco, è facile che venga lo stimolo!”.
Al che qualcuno dei presenti, che era andato in bagno prima della vittima, trasale: “Se non avessi fatto solo la pipì, ci avrei lasciato la pelle?!”, ghettizzando inequivocabilmente la cartaigienica ad uso e consumo di faccende esclusivamente solide. Ma viene subito tranquillizzato: qualora avesse fatto la popò, il criminale stesso aveva previsto di dare a chiunque non fosse la vittima designata una salvietta detergente salvavita. E come avrebbe fatto a capire se qualcuno di non designato si stesse abbandonando ad operazioni di maggior peso? Dal rumore dello sciacquone, opportunamente predisposto per due tipi di scarico a seconda delle esigenze (giapponesi risparmiatori...).
Insomma, non c’è che dire. O meglio, ciò che avevo da dire sull’argomento l’ho già espresso nell’altro post. Non dovrei aggiungere altro. Però. Però. Immaginiamo per un attimo.
Quanto sarebbe ancora più umano e realistico un tenente Colombo il quale, tornando a sfinimento dal sospetto numero uno -seguendo la sua strategia di logorante tentennamento simulato-, scoprisse che il suo uomo intanto si è precipitato in bagno approfittando di quegli unici 5 minuti di (sperata) pace?
E cosa darei per sentire la iettatrice Jessica Fletcher avere la sua solita intuizione –con l’arcinoto tema musicale in sottofondo- guardando grata e illuminata il suo "disturbato" interlocutore confidente ed esclamando: “La diarrea? Ma certo, come ho fatto a non pensarci! Grazie, lei è un genio!”.
La risposta in entrambi i casi è: tantissimo.
Non so perché mi piaccia così tanto Detective Conan.
Forse perché ho cominciato a comprarlo con la sua prima edizione italiana (della defunta Comic Art) molti anni prima che diventasse famoso grazie al longevo cartone. Forse perché mi affascina quel meccanismo da art attack del delitto, dove banali ma complicatissimi marchingegni omicidi scommettono tutto sul perfetto equilibrio di fili da pesca, nastri adesivi ed insospettabili incastri di azioni ed oggetti quotidiani. Forse per il patto narrativo più azzardato che un manga con pretese realistiche abbia mai proposto, anche ad un pubblico per lo più adolescenziale.
Ad ogni modo, un fattore che si è aggiunto in corso d’opera è senz’altro la sua già decantata disinibizione scatologica.
E giusto per concludere l’aneddoto principale descritto nel post precedente, ho finalmente letto la conclusione del caso del Signore delle Purghe.
L’assassino aveva cosparso di veleno nientepopodimeno che il rotolo vuoto di carta igienica del bagno aziendale, affinchè il malcapitato si contaminasse le mani cambiando quello vecchio con uno nuovo. Conan ha anche spiegato come il killer abbia agevolato la deiezione della vittima aggiungendo i biscotti al caffè a merenda: “Quando si mangia, l’intestino entra improvvisamente in movimento peristaltico per cui, immettendo qualcosa nello stomaco, è facile che venga lo stimolo!”.
Al che qualcuno dei presenti, che era andato in bagno prima della vittima, trasale: “Se non avessi fatto solo la pipì, ci avrei lasciato la pelle?!”, ghettizzando inequivocabilmente la cartaigienica ad uso e consumo di faccende esclusivamente solide. Ma viene subito tranquillizzato: qualora avesse fatto la popò, il criminale stesso aveva previsto di dare a chiunque non fosse la vittima designata una salvietta detergente salvavita. E come avrebbe fatto a capire se qualcuno di non designato si stesse abbandonando ad operazioni di maggior peso? Dal rumore dello sciacquone, opportunamente predisposto per due tipi di scarico a seconda delle esigenze (giapponesi risparmiatori...).
Insomma, non c’è che dire. O meglio, ciò che avevo da dire sull’argomento l’ho già espresso nell’altro post. Non dovrei aggiungere altro. Però. Però. Immaginiamo per un attimo.
Quanto sarebbe ancora più umano e realistico un tenente Colombo il quale, tornando a sfinimento dal sospetto numero uno -seguendo la sua strategia di logorante tentennamento simulato-, scoprisse che il suo uomo intanto si è precipitato in bagno approfittando di quegli unici 5 minuti di (sperata) pace?
E cosa darei per sentire la iettatrice Jessica Fletcher avere la sua solita intuizione –con l’arcinoto tema musicale in sottofondo- guardando grata e illuminata il suo "disturbato" interlocutore confidente ed esclamando: “La diarrea? Ma certo, come ho fatto a non pensarci! Grazie, lei è un genio!”.
La risposta in entrambi i casi è: tantissimo.
10 commenti:
movimento peristaltico .. devastante! io l'ho solo visto con la coda dell'occhio aspettando i simpson alcuni anni fa. e rimanevo basita nel vedere questo bimbo (che forse bimbo non è) parlare dentro il papillon, mentre l'individuo burattinizzato di turno, rimaneva in trance estatica.. ora lo voglio vedere
Più che vedere il cartone, ti consiglio di provare a leggere il manga (che non ha censure ed è perciò più interessante).
Se compri quello di questo mese, trovi proprio la saga scatologica descritta.
Ma te sei fissato su sta storia!
micky
Beh, fissato mi sembra un pò eccessivo.
Ho solo chiuso il file.
Per ora...
C'è chi di scatologia fa virtù!
:)
Io riesco a sparlare più di sesso che di ehm ... deiezioni.
Altro che Conan!
Meccanismo ingegnoso...
@ isline:
Tutti riescono a parlare di sesso, ma solo Conan riesce a rendere giallo ciò che giallo di solito non è (oddio, ora si comincia a trascendere...)
@ franca:
In realtà, come meccanismo questo è quasi banale rispetto alle macchinazioni artigianali complicatissime di altri casi.
Tutto si può dire di questo fumetto, meno che non sia cervellotico.
ghettizzando inequivocabilmente la cartaigienica ad uso e consumo di faccende esclusivamente solide
Suvvia, lo sappiamo tutti che voi maschietti, quando fate pipì, invece di usare la carta igienica vi sgrullate il pisellino :-)
Più che cervellotico direi intestinale.
micky
@ benedetta:
Eh no, questo è un classico mito post-femminista atto a disintegrare l'ingombrante ed ininfluente figura maschile dal mondo (a ragione, probabilmente).
E l'altro luogo comune è la voce che gli uomini non si lavino le mani dopo aver fatto la pipì.
Non solo io me le lavo, dopo, ma rilancio con una provocazione: nel dubbio (?) e nella fretta (??!!) è molto più importante lavarsele PRIMA, le mani!
@ micky:
Insomma, abbiamo capito: verso il "piccolo occhialuto pezzo di..." (nome originario della bozza di questo post) tu nutri proprio un odio "viscerale".
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