venerdì 7 novembre 2008

La previsioni barbariche



In una presentazione recentemente portata a Cannes al Gartner Symposium da due analisti, è stato mostrato un possibile scenario sulla possibilità che nel 2015 Google riesca a raggiungere i 100 miliardi di dollari di fatturato. Per fare questo, come si può leggere nell'interessante articolo, sono state considerate diverse strade possibili, funzionalmente all'evoluzione del mercato e dei necessari adattamenti ed investimenti strategici.
Oltre al prevedibile impatto che un tale traguardo di Google comporterebbe sull'economia americana e mondiale, senz'altro in questa notizia si inserisce -e prosegue idealmente- il ragionamento che Alessandro Baricco fece qualche anno fa nel suo saggio I BARBARI (e che ho recentemente ripercorso in formato audio). Lì il caso di Google veniva posto ad esempio perfetto del frutto di questa cosiddetta "mutazione" che viene da più parti costantemente percepita, e che consiste nella (apparente) distruzione di tutte le forme tradizionali del bello e della fruizione in favore di forme più mortificanti, commerciali, meno "elevate". Nel file audio, così come negli 8 video della presentazione di Baricco de I BARBARI disponibili su Youtube, il filo del suo affabulatorio ragionamento riassume idealmente il suo saggio cartaceo (in realtà affascinante e con degli spunti di riflessione in più), e indica Google come una delle invenzioni più importanti di questa percepita mutazione. Nel libro, l'invenzione di Google viene paragonata addirittura a quella della stampa di Gutenberg.
Per comodità incollo qui solo il video in cui lo scrittore conclude il ragionamento su Google, che inizia invero con la "puntata" 2.
Ma chi volesse scaricare ed ascoltare l'mp3 con l'intera lezione prima linkato, registrato in realtà in un altra sede, potrebbe essere di fronte ad una inaspettata sorpresa.
Dire che la sua tesi è illuminante e condivisibile, potrebbe essere una perifrasi adeguata. D'altronde, se dicessi che è "un trip da paura" potrei sembrare un pò barbaro.
Anche se, a conti fatti, non mi dispiacerebbe troppo...



11 commenti:

isline ha detto...

Ho visto una parte degli interventi e non mancherò di vederli tutti. Mi piace la sua teoria e il modo con cui la espone. Peccato che ultimamente, forse per il suo carattere un po' superbo, sia stato vittima di un po' di "razzismo".

Giangidoe ha detto...

Beh, un pò "se la va a cercare", indubbiamente...
E un pò è anche passato di moda.
Ma in realtà quel pizzico di prosopopea e di autocompiacimento che lascia trasparire dai suoi scritti e dalle sue interviste sono, secondo me, ampiamente controbilanciati dalla sua freschezza di pensiero.
Non che l'arroganza o il maledettismo possano mai essere davvero giustificati, certo. Ma non mi pare -ancora- il caso di Baricco.
Del resto, il suo CITY è stata la prima lettura veramente "ardua" della mia adolescenza.

ArabaFenice ha detto...

è abbastanza plausibile che google raggiunga quelle cifre di fatturato arrivando a dominare il mercato. invece non bisogna aspettare anni per capire come "google", quale simbolo delle nuove possibilità di comunicare, domini ormai costume e società. E in qualche modo mortifica anche il bello, è vero. Per esempio, rimanendo nell'aspetto commerciale, un banner è più bello di una vetrina sapientemente decorata ed emoziona di più di una passeggiata al corso?

Anonimo ha detto...

Credo che sia una possibilità, molto remota,ma possibile.Nell'analisi si prende in considerazione google come punto di partenza ma anche di arrivo,non considerando le varie possibilità delle dirette avversarie di google e dei consumatori,che potrebero stancarsi"della mortificazione del bello".
micky

Giangidoe ha detto...

@ araba e micky:

A me di Google piace proprio l'essenzialità dell'interfaccia (mentre sulla pesantezza e i fronzoli di molti siti -commerciali e non- ci sarebbe in effetti da dire molto).
In realtà credo che il discorso di Baricco sia più legato alle differenze fra le modalità di fruizione, produzione e ricerca attuali, basati sulla "quantità" e sul "numero", rispetto a quelle tradizionali. E sono d'accordo con lui nel pensare che questa percezione sia costante, e che ogni generazione avverte tali cambiamenti come una mortificazione di ciò che è bello ed elitario. Per poi, magari, imparare a padroneggiare -ed amare- quelle novità inizialmente indicate come barbariche.

Chit ha detto...

Quando si cresce troppo economicamente si fa paura e scatta magari la legge.
La teoria non la conoscevo ed è interessante e parzialmente fondata ma, a sensazione, credo anche azzardata.
Staremo a vedere

Giangidoe ha detto...

Dai, allora aspetto che recuperi l'mp3 sui Barbari e che lo ascolti, così poi mi fai sapere.

Anonimo ha detto...

Allora dai diciamolo che è un trip da paura: in fondo essere barbari è relativo.
Google è una grande invenzione, io non ho mai capito perchè Altavista (che anni fa era nettamente superiore) non sia andato altrettanto bene. Magari non aveva gli stessi finanziatori nè i suoi "inventori" avevano il parcheggio gratutito per i loro jet privati in ex basi NASA. Pensandoci bene, non credo abbiano mai avuto neppure il jet.

Ciao ;)

Giangidoe ha detto...

In realtà, anche l'insuccesso di Altavista viene spiegato abbastanza bene da Baricco (sia nella versione cartacea che in quelle multimediali linkate nel post). Riguarda proprio la differenza nel criterio di selezione delle pagine, ed è tra l'altro un punto focale di tutto il ragionamento che viene fatto.
Ma non mi dilungo oltre: ascolta l'mp3 e scoprirai tutto! ;)

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Interessante ed inquietante. Perchè su certi temi la perfetta e totale esattezza risulta fondamentale.

E non sempre alla rapidità nel cercare corrisponde poi una qualità in quello che vogliamo ottenere.

Ciononostante, Google resta un motore di ricerca imprescindibile.

Giangidoe ha detto...

In effetti, quello che hai evidenziato è uno dei temi più delicati di questa teoria. Ed è anche quello che fa spesso gridare alla "barbarie". Non sempre a torto, bisogna ammettere...