domenica 30 novembre 2008

Ma questo fantomatico "lupo", alla fine, è morto?



All'approssimarsi del periodo natalizio, mi tornano in mente i film che nella mia memoria sono maggiormente legati a quell'atmosfera. Alcuni sono film che trattano esplicitamente la festività, altri decisamente no. Ad ogni modo, cercherò di tracciare una top 5 dei miei film di Natale.
Ho omesso solo i classici d'animazione Disney vari, perchè sulla loro giusta collocazione in classifica ho le idee confuse.
Allora, cominciamo:

5) MARY POPPINS.
Non credo ci sia bisogno di commenti. Ad ogni visione, ormai, il mio labiale segue le battute -e le canzoni- dei personaggi in maniera sempre più precisa.
Non c'è nulla da fare: un film perfetto sotto tutti i punti di vista. Aiutato, per la sua sedimentazione nelle nostre coscienze, da una versione italiana (soprattutto quella cantata) decisamente indimenticabile.

4) CHI HA INCASTRATO ROGER RABBIT.
Uno dei più bei film di sempre, godibile a tutte le età a seconda dei livelli di comprensione, ancora oggi emoziona e stupisce per la sua freschezza e per la qualità delle sue animazioni. E come dimenticare la sua colonna sonora jazz così appropriata?

3) IL PRINCIPE CERCA MOGLIE.
Forse non sarà il più brillante film di Eddie Murphy, ma è sempre stato il mio preferito.
Sarà perchè sono sempre stato un romantico. Ed un tipo ironico...

2) UN MAGICO NATALE.
Fra i film prettamente "natalizi", credo che questo sia quello a cui sono più affezionato. Sarà che è un film minore, decisamente più drammatico della media nonostante il suo buonismo, ma quando fu visto la prima volta in famiglia fu subito considerato come una piccola scoperta e, da quel momento in poi, rivisto sempre con piacere (e sopravvalutato ad ogni visione successiva).

1) LA STORIA INFINITA.
Anche in questo caso, credo non ci sia bisogno di presentazioni.
Ignorandone i due ignobili sequel, questo film è una favola dark senza pari. Da bambino lo guardavo sempre con un misto di fascinazione e paura. Da ragazzo, solo con un pizzico di paura.
E se ripenso ancora a quel lupo che delira lucidamente sul Nulla, quel pizzico diventa un cucchiaio, e da lì le proporzioni possono aumentare fino a sbilanciare la ricetta in modo irrecuperabile.

Tutto questo per arrivare ad una singola, drammatica scena di quest'ultimo film citato, tornatomi inspiegabilmente in mente nei postumi dei festeggiamenti da dopo-laurea.
E' con sequenze come queste che i bambini diventano grandi.
Loro malgrado.

giovedì 27 novembre 2008

La solitudine del numero primo


Era stata data quasi per scontata, quella solitudine. Un pò per indole personale, un pò perchè il punteggio di partenza non era così ambizioso, un pò per quell'altro, un pò per quell'altro ancora.
Credevo che se ne sarebbe stato lì, sulla carta, e non avrebbe partecipato alla festa moltiplicatoria con i suoi colleghi 2 e 5.
E invece, a sorpresa, si è presentato con una bottiglia di vino in mano ed ha sterzato le sorti della serata (anche se dovrei dire del pomeriggio).
Cos'altro posso dire?
Per qualcuno, questa ritrosia sarebbe stata più una forma scaramantica che altro.
Per me, si trattava di una vaga certezza stoica.

Ma forse, ai fini dell'effetto finale, è meglio così.
No?

martedì 25 novembre 2008

Quelli che il cyberthriller


Se fossi uno scrittore di gialli -o comunque uno scrittore in generale- e volessi cimentarmi nell'individuare una chiave interessante che si riveli poi risolutiva per la storia, oggi come oggi giocherei molto sulla manipolazione dei codici di conferma per l'approvazione dei commenti ai blog per fini spionistici/satanistici/ipnotici/o quant'altro.
Le sequenze, in teoria del tutto casuali, che si richiede di inserire sono spesso talmente suggestive da non poter essere ignorate.
Non è il solito complottismo maulderiano, il mio.
Solo un vago senso di eccitazione ed inquietudine per le subodorate potenzialità di questo recente artificio di generazione automatica.

Si, lo so, la tesi mi sta facendo male.
Ma domani sera, nel bene o nel male, tutto questo sarà finito.
E forse, tornerò
"normale"...

domenica 23 novembre 2008

Terapie e utopie

Io adoro Paul Weston e i suoi pazienti:



Ma mi piacerebbe, un giorno, poter imparare a conoscere e valutare anche le loro controparti originali. A partire dal dottor Reuven Dagan:



Chissà se qualche emittente avrà il coraggio mai di doppiare -o almeno sottotitolare- BETIPUL e mandarlo in onda a beneficio dei futuri orfani di IN TREATMENT.
Lo so, non succederà mai.
Ma che peccato, però...

mercoledì 19 novembre 2008

La vendetta parte dal Braccio


Più di un mese fa scrissi una recensione su un fenomeno fumettistico di particolare interesse personale, alla quale rimando vivamente.
Ieri il suo disegnatore e co-autore, Emanuele Tenderini, mi ha informato che i detrattori del nostro antieroe (X-Zibit e la sua gang in primis) erano decisi a farmela pagare. E così è stato.
L'evento è stato documentato dal buon Emanuele in persona, e mi sento in diritto (e dovere) di pubblicare anche in questa sede il mitico episodio in cui il sottoscritto Giangidoe è stato FUMETTIZZATO ed ha pagato le nefaste conseguenze di quell'atto scellerato...
Lo slogan di BdC, in genere, dovrebbe essere:
"Non è merito vostro: è perchè è Braccio di Culo".
Invece questa volta sono autorizzato a piagnucolare:
"E' tutta colpa tua, maledetto Bracciodicuuuuloooooooooo!!!"


C'è un motivo se la chiamano "tesi"...


...e non ha nulla a che fare con la dimostrazione di una teoria in sede di discussione.

I prossimi giorni saranno molto intensi, perciò non so se potrò postare -e visitare altri blog- regolarmente; credo comunque di sì perchè di solito questa routine virtuale mi aiuta a scaricare un pò di "tensione" durante la settimana.

E per rimanere in tema, segnalo qui un corto che è stato concepito come tesi di un master (alla School of Visual Arts di New York, per la precisione) da un certo Dony Permedi, e che è diventato qualche anno fa uno dei video più visti di Youtube.
Perchè qualche volta, essere "tesi" può dare bei frutti anche agli altri. Ma per lo più, non ne dà nemmeno un pò a sè stessi.



lunedì 17 novembre 2008

Fermi tutti! Questa è una miniserie!

E su consiglio del buon evilmonkeysays, ho cominciato a guardare l'unica stagione di The kill point.
Le premesse ricordano molto, nel panorama seriale recente, la miniserie The nine, anch'essa composta da un'unica stagione di 13 episodi (più 4 ancora inediti) e che si avvicinava strutturalmente a Lost.
Decisamente adrenalinico e con una buona dose di retorica, The kill point parte come un omaggio ad un filone cinematografico che non padroneggio molto, ma che punta per lo più all'azione ed alla guerra psicologica.
Mi hanno fatto molta simpatia alcuni baffi pieni e vagamente retro nei poliziotti più giovani, così come la poliziotta nera tarchiata e un pò sboccata ed il negoziatore impomatato (e con la voce del più trasandato Nicolas Cage).
Ma soprattutto, già dal secondo episodio, la schiacciante presenza del vecchio Jigsaw rende il quadro decisamente inquietante.
Oserei dire, "enigmistico".



venerdì 14 novembre 2008

Collateral contro Vita da cani


No, non si tratta di un improbabile duello fra due film (belli) di generi, registi ed anni differenti. Si tratta di una perplessità che si sta abbarbicando nella mia mente di vecchio lettore di Filmtv.
Fra le penne che hanno abbandonato la rivista nella nuova gestione di Aldo Fittante, il mio rimpianto maggiore è stato Gualtiero De Marinis, che curava uno spazio citazionista, arguto ed anche un pò metafisico di riflessioni sulla tv. Il titolo era appunto "Vita da cani" perchè giocava sulla presenza del (suo?) cane Lapis.
Quello spazio dedicato al divertissement intellettuale sui fenomeni televisivi, in questa nuova gestione, è occupato da Tommaso Labranca -la cui rubrica si chiama per l'appunto "Collateral"-. Tecnicamente, gli aggettivi prima usati per le dissertazioni e gli spunti di De Marinis potrebbero tranquillamente risultare confacenti agli articoli di Labranca: lo spirito divertito e colto delle intenzioni è lo stesso.
Però c'è qualcosa che non mi convince...
Ha parlato di tutto, in queste settimane: di "pappagalli della tecnologia" (quelli che gridano morte alla tv e gloria e vita al web); dei culti (scherzosamente provocatori) di Simona Ventura e dell'Isola dei Famosi; dell'empatia per la gravidanza televisiva della Clerici; del postmodernismo lucidato degli stereotipi napoletani in Gomorra; delle difficoltà nel pubblicizzare la carta igienica ed i profumi; della paura del satellite; etc. etc.
Il taglio, ripeto, non è mai banale; ci sono sempre una componente satirica ed una critica di costume apprezzabili. Eppure non sono sempre sicuro di riuscire a condividere la tesi di fondo che fa da filo conduttore ai suoi contributi. E non sempre, per quanto decisamente ben scritte, le parti più esilaranti suscitano in me risate d'intesa.
Lo so, è decisamente una riflessione personale, secondaria e sterile. Ma chissà se qualcuno, da in qualche angolo remoto della blogosfera, ha provato questa mia stessa sensazione...

martedì 11 novembre 2008

Lill/Tuck


Questo è uno dei motivi per cui adoro Lillo e Greg.
E questa loro nuova creazione rende al meglio la loro comicità surreale e vagamente british.
Posto questo video perchè contiene i miei sketch preferiti. Benchè duri ben 5 minuti, posso assicurare che vale la pena guardarlo tutto.
Inutile dire che consiglio vivamente il recupero di tutti gli altri spezzoni disponibili su Youtube.
E, a chi volesse, di guardarlo in diretta a PARLA CON ME (che devo colpevolmente ammettere di non aver ancora mai visto, nonostante le segnalazioni dell'ottima st3fan1a).
Mi permetto anche di cogliere l'occasione per segnalare l'ultimo post di isline su un gruppo comico altrettanto geniale (e, se possibile, anche più apprezzato dai ggiovani).



lunedì 10 novembre 2008

Eroi nel vento (è la noia che scava...?)


Avevo già accennato alla deriva della III stagione di HEROES tempo fa. Dopo qualche settimana, non posso che rafforzare quella posizione e riconoscere semmai un aggravamento generale: involuzione -e sconfessamento- di quasi tutti i personaggi; morti veloci ed ingloriose per alcuni villain che avevano avvincentemente tenuto in scacco gli eroi nella stagione precedente; comportamenti e cambiamenti di bandiera che paiono dettati solo da casualità e totale mancanza di barlumi di personalità e raziocinio.
Ma la cosa più fastidiosa è quella a mio parere più evidente:
l'unico vero supercattivo della serie, il pluriomicida Sylar, è entrato in una fase di lenta "riabilitazione" che lo trasformerà verosimilmente in un buono -solo dal passato un pò burrascoso-.
E se tutto ciò non fosse stato fatto per rendere l'attuale personaggio seriale di Zachary Quinto compatibile con l'immagine del buon -e decisamente razionale- Spock di trekkiana memoria, allora mi chiedo quale altra spiegazione potrebbe giustificare questo cambio di rotta.
Non ci resta che aspettare il maggio 2009 (quando uscirà l'attesissimo nuovo film di Star Trek) e constatare quale immagine di Sylar avrà avuto il tempo di sedimentarsi nell'immaginario giovanile dei giovani serie-dipendenti.
Nel frattempo,
"Lunga rehab e prosperità!"


venerdì 7 novembre 2008

La previsioni barbariche



In una presentazione recentemente portata a Cannes al Gartner Symposium da due analisti, è stato mostrato un possibile scenario sulla possibilità che nel 2015 Google riesca a raggiungere i 100 miliardi di dollari di fatturato. Per fare questo, come si può leggere nell'interessante articolo, sono state considerate diverse strade possibili, funzionalmente all'evoluzione del mercato e dei necessari adattamenti ed investimenti strategici.
Oltre al prevedibile impatto che un tale traguardo di Google comporterebbe sull'economia americana e mondiale, senz'altro in questa notizia si inserisce -e prosegue idealmente- il ragionamento che Alessandro Baricco fece qualche anno fa nel suo saggio I BARBARI (e che ho recentemente ripercorso in formato audio). Lì il caso di Google veniva posto ad esempio perfetto del frutto di questa cosiddetta "mutazione" che viene da più parti costantemente percepita, e che consiste nella (apparente) distruzione di tutte le forme tradizionali del bello e della fruizione in favore di forme più mortificanti, commerciali, meno "elevate". Nel file audio, così come negli 8 video della presentazione di Baricco de I BARBARI disponibili su Youtube, il filo del suo affabulatorio ragionamento riassume idealmente il suo saggio cartaceo (in realtà affascinante e con degli spunti di riflessione in più), e indica Google come una delle invenzioni più importanti di questa percepita mutazione. Nel libro, l'invenzione di Google viene paragonata addirittura a quella della stampa di Gutenberg.
Per comodità incollo qui solo il video in cui lo scrittore conclude il ragionamento su Google, che inizia invero con la "puntata" 2.
Ma chi volesse scaricare ed ascoltare l'mp3 con l'intera lezione prima linkato, registrato in realtà in un altra sede, potrebbe essere di fronte ad una inaspettata sorpresa.
Dire che la sua tesi è illuminante e condivisibile, potrebbe essere una perifrasi adeguata. D'altronde, se dicessi che è "un trip da paura" potrei sembrare un pò barbaro.
Anche se, a conti fatti, non mi dispiacerebbe troppo...



mercoledì 5 novembre 2008

Podcast away


Come al solito, sono sempre l'ultimo a scoprire le iniziative legate al download legale.
Girovagando per il web, ho scoperto solo ieri una ricca sezione podcast sul sito della Feltrinelli, dove si possono scaricare in formato mp3 i file audio di interviste e contributi di noti scrittori. Sulla barra destra in basso c'è anche l'ampio archivio, dal quale è possibile ripescare un sacco di chicche impensabili.
Sul sito Vcast invece, oltre alla possibilità di effettuare registrazioni on-line sui principali canali in chiaro e non (tranne quelli Mediaset) e scaricare legalmente il file sul proprio pc, è disponibile anche un podcast di filmati molto vasto in formato mp4, anch'essi scaricabili comodamente.
Io ci sono capitato per caso perchè volevo avere la lezione di Baricco sui barbari e la mutazione. Del resto, le 8 puntate in cui questa è stata spezzata sono comunque tutte disponibili su Youtube, per chi volesse anche solo vederle. Chissà se ha fatto in tempo a parlare un pò del suo "singolare" Lezione 21...
Appena avrò tempo e voglia, mi farebbe molto piacere recuperare anche Paolo Villaggio che parla del suo "Storia della libertà di pensiero", e Daniel Pennac e Stefano Benni che presentano "Diario di scuola".
In realtà, la voglia c'è sempre. E' il tempo per fare tutto ciò che uno vorrebbe a non bastare mai.
E quando si tratta di roba da "ascoltare" (musica e podcast), diventa sempre più difficile dedicarvisi se non si è costretti a lunghi viaggi coi mezzi pubblici.
Ma come facevo, prima di venire a vivere a Roma?

lunedì 3 novembre 2008

"Gipi" non è solo formula1


Elencare i motivi per cui mi piace Internazionale, anche quando non ho il tempo o la possibilità di leggerne interi numeri, sarebbe un esercizio infruttuoso. Posso solo dire che ne apprezzo la struttura, le penne, i temi e -non ultime- le segnalazioni mediatiche.
Posso però dire senza dubbio che uno dei suoi punti forti, almeno a mio parere, è La settimana di Gipi. Il suo tratto semplice e la sua prosa efficace e quotidiana rendono il suo stile inconfondibile e splendidamente essenziale.
Per ora continuo a godermi le sue creazioni sulla rivista cartacea, sull'album on-line di Internazionale e sul blog dell'autore, in attesa di acquistare almeno uno dei suoi volumi da libreria (ah, quante ottime cose da comprare e vedere sono in lista d'attesa!).
Magari sarà la volta buona l'uscita in edicola, venerdì 7 Novembre, del suo nuovo lavoro "LMVDM. La mia vita disegnata male"? Non lo so, ma sicuramente è un'iniziativa più che lodevole che non posso fare a meno di segnalare.
Concludo pubblicando una delle sue strisce più efficaci ed attuali delle ultime settimane (ma in realtà, lo sono praticamente tutte).
Io non riesco nemmeno a definirla satirica. Mi fa solo accapponare la pelle.