martedì 13 maggio 2008
L'annosa questione del best of
E' uscito da poco il nuovo album di Daniele Silvestri, MONETINE, disponibile sia in edizione normale (2 cd) sia in edizione speciale (2cd + 1dvd).
In realtà, ci sono due riflessioni che mi fanno storcere il naso:
1) Che senso ha fare un best of così massiccio dopo solo due album di inediti dal precedente greatest hits del 2000? E' vero che ci sono in tutto 3 inediti (uno dei quali, proprio MONETINE, è in realtà il riadattamento di una sua vecchia canzone) e alcuni rifacimenti, però mi sembra ugualmente prematuro.
2) La cosa più importante: lo stesso Silvestri aveva detto, dopo l'uscita dell'album precedente (IL LATITANTE), che quello sarebbe stato l'ultimo suo album venduto sul supporto classico del cd. L'allusione era ovviamente ad altre modalità di vendita (e di fruizione, per i fan) via web. Mi ero segnato questa piccola notizia con un certo entusiasmo, perchè l'avevo preso come un segnale chiaro di cambiamento e di provocazione verso l'industria discografica attuale. Cosa devo pensare, ora? Che in quella dichiarazione si stesse riferendo al successivo album "di inediti", e non al successivo "in generale"? O che alla fine ancora una volta è mancato il coraggio (all'artista o all'industria) di tentare una strada nuova come hanno fatto i Radiohead?
Detto questo, il vero dramma è:
compro subito l'edizione a 2 dischi, o aspetto che vada in offerta l'edizione deluxe?
Si, è vero, POTREI sembrare un allocco del marketing, ma ho già tutti i suoi dischi...
E poi ci sono anche gli inediti, e qualche pezzo rifatto...
Per non parlare dei "contenuti virtuali" esclusivi!
E nel dvd chissà quante chicche...
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3 commenti:
"il mio nemico non ha divisa,ama le armi ma non le usa,nella fondina tiene le carte visa..."
chi è che cantava sta cosa?
micky
Io i best non li compro mai per principio. Non ho nemmeno quello di Jovanotti e rimarrà l'unico suo cd che non acquisterò!
Micky, tu diresti che persino IMAGINE di Lennon è una puerile cazzata new-age.
L'idea che chi faccia il cantautore non debba toccare, con più o meno stile o retorica, temi di denuncia politica o sociale è per me risibile (e lo sai bene). E ciò vale ancor di più se si estende questo ragionamento anche ai cineasti, ai comici satirici, ai narratori e agli artisti -o produttori di cultura- in generale.
Poi, c'è ovviamente modo e modo. E a me il modo di Silvestri a volte piace e a volte no.
Tuttavia, credo sia meglio rischiare -talvolta- di dire una verità cruda ma un pò banale piuttosto che non dirla affatto (questo in generale, non mi riferisco al passaggio che hai citato tu...)
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