mercoledì 7 maggio 2008

La linea è tutto


Uno dei romanzi più interessanti che abbia letto in questi ultimi due anni è stato GLIFO di Percival Everett. Quando ne terminai la lettura mi ripromisi che, se mai avessi aperto un blog tutto mio, ne avrei parlato lì. Il plot è un mero pretesto narrativo: un bimbo di dieci mesi dal Q.I pari a 475 (un super-super-genio) divene oggetto di rapimenti a scopi bellici e governativi. La cosa veramente interessante del romanzo è tutto il resto. La scrittura, sebbene un pò compiaciuta (ricorda Baricco nei momenti di particolare "apnea", ma elevato al cubo) è intrigante, sofisticata e mai (mai) banale. La prosa, che per lo più esprime i pensieri del piccolo protagonista, è infarcita di riflessioni argute, assai ironiche e sofisticate, su discorsi di portata metafisica, linguistica e quant'altro. Le numerose note a piè pagina e i vari schemi concettuali presenti nel libro, pur facendo il verso ai saggi accademici, impreziosiscono molto l'economia totale del romanzo. E, oltre ad immaginari dialoghi e scambi epistolari fra scrittori-filosofi-musicisti di epoche diverse, ho trovato geniale la presenza -come personaggio- di Roland Barthes (un vero e proprio incubo per chi lo ha studiato in semiotica o in linguistica). I suoi contributi sono quelli che mi hanno fatto scompisciare di più.
Sperando di non fare una cosa completamente illegale, ne riporto giusto un frammento. Probabilmente anche uno dei più dissacranti, dato che si tratta di un estratto dal dialogo Dio - Roland:

"DIO: Roland, credi che sia stata una buona idea infilare il tuo pene nella vagina di quella specializzanda e muoverlo avanti e indietro?
BARTHES: Qualcuno doveva farlo. Il mio pene è un'estensione, non di me stesso, ma della significazione del mio significato, dei miei segni sulla pagina, che siano fatti da me mentre scrivo o mentre scarabocchio arbitrariamente. Sai, sono francese."

Come direbbero su ebay: CONSIGLIATISSIMO!!+++++++

2 commenti:

isline ha detto...

Sicuramente è un bel libro...ma forse bisogna essere troppo 'intellettuali' per leggerlo...

Giangidoe ha detto...

Macchè! Io ho capito solo la metà delle dissertazioni che fa l'autore...
E' un pò come col Dr House: anche se non si riescono a carpire più di tanto gli improbabili risvolti scientifici del "caso", lo si guarda per la regia, i dialoghi brillanti e soprattutto per il carisma del protagonista!