Cominciamo da COME UN CANE.
Posso dire, con un pizzico di vergogna, che prima d’ora non avevo mai comprato una graphic novel italiana. Le poche volte che mi sono concesso dei volumi un po’ più “corposi” è sempre stato per fumetti giapponesi e americani.
Sono contento di aver superato tale inspiegabile ritrosia proprio con quest’opera.
La storia è quella di Paulinho, un ragazzo delle favelas brasiliane –realtà disastrata, amicizie sulle spine e persino un handicap fisico- il quale grazie ad un mentore carismatico e severo capisce che può (provare a) riscattare la propria squallida vita diventando combattente di una forma estrema di lotta –il vale tudo- per (sperare di) diventarne un campione.
Le suggestioni più evidenti possono essere senz’altro quelle di film come Girlfight, Million dollar baby, persino Karate Kid o Il ragazzo dal kimono d’oro; mentre per il contesto sociale delle favelas –che riecheggia alla fine la miseria di tutte le periferie suburbane del mondo- i riferimenti più evidenti sono quelli di City of god, mentre sul lato più “pop” la mente mi ha riportato a 8 Mile. Tuttavia, al di là di elementi o strutture simili che caratterizzano le storie di riscatto personale, COME UN CANE riesce a calibrare personaggi ben caratterizzati (ovviamente, il maestro e l’allievo in primis) con uno spaccato sociale crudo e realistico dove, oltre ad episodi e realtà di violenza e sfiducia estreme ci si può trovare ad assistere anche a scene di affetto e di umanità (senza virgolette) imprevedibili, come la commozione per la morte di un cane o un rude ma sincero istinto paterno.
Il respiro di una graphic novel è in genere ampio, e le 130 pagine –tra l’altro ottimamente disegnate da un espressivo e ispirato Ponticelli- vedono uno sviluppo della trama armonico e a mio parere privo di forzature o frettolosità; tuttavia, per l’intensità della storia e la forza dei suoi personaggi, non mi sarebbe dispiaciuto leggere un tomo spesso il doppio (o due tomi dello stesso peso).
Ma del resto questa storia va inglobata d’un fiato, one-shot (etichetta editoriale da superalcolico qui più che mai opportuna), perchè narra di scelte e svolte improvvise, e –soprattutto- di un uomo solo. Circondato da altre anime ma intimamente, psicologicamente, ineluttabilmente solo.
E il titolo, assieme alle sue varie altre interpretazioni, ne è la conferma.
Posso dire, con un pizzico di vergogna, che prima d’ora non avevo mai comprato una graphic novel italiana. Le poche volte che mi sono concesso dei volumi un po’ più “corposi” è sempre stato per fumetti giapponesi e americani.
Sono contento di aver superato tale inspiegabile ritrosia proprio con quest’opera.
La storia è quella di Paulinho, un ragazzo delle favelas brasiliane –realtà disastrata, amicizie sulle spine e persino un handicap fisico- il quale grazie ad un mentore carismatico e severo capisce che può (provare a) riscattare la propria squallida vita diventando combattente di una forma estrema di lotta –il vale tudo- per (sperare di) diventarne un campione.
Le suggestioni più evidenti possono essere senz’altro quelle di film come Girlfight, Million dollar baby, persino Karate Kid o Il ragazzo dal kimono d’oro; mentre per il contesto sociale delle favelas –che riecheggia alla fine la miseria di tutte le periferie suburbane del mondo- i riferimenti più evidenti sono quelli di City of god, mentre sul lato più “pop” la mente mi ha riportato a 8 Mile. Tuttavia, al di là di elementi o strutture simili che caratterizzano le storie di riscatto personale, COME UN CANE riesce a calibrare personaggi ben caratterizzati (ovviamente, il maestro e l’allievo in primis) con uno spaccato sociale crudo e realistico dove, oltre ad episodi e realtà di violenza e sfiducia estreme ci si può trovare ad assistere anche a scene di affetto e di umanità (senza virgolette) imprevedibili, come la commozione per la morte di un cane o un rude ma sincero istinto paterno.
Il respiro di una graphic novel è in genere ampio, e le 130 pagine –tra l’altro ottimamente disegnate da un espressivo e ispirato Ponticelli- vedono uno sviluppo della trama armonico e a mio parere privo di forzature o frettolosità; tuttavia, per l’intensità della storia e la forza dei suoi personaggi, non mi sarebbe dispiaciuto leggere un tomo spesso il doppio (o due tomi dello stesso peso).
Ma del resto questa storia va inglobata d’un fiato, one-shot (etichetta editoriale da superalcolico qui più che mai opportuna), perchè narra di scelte e svolte improvvise, e –soprattutto- di un uomo solo. Circondato da altre anime ma intimamente, psicologicamente, ineluttabilmente solo.
E il titolo, assieme alle sue varie altre interpretazioni, ne è la conferma.
8 commenti:
Anch'io non ho mai letto graphic novel italiane.Devo dire che dopo aver cuoriosato nel blog di Crippa la tentazione è forte.
Domanda:ma se il fumetto made in italy non viene seguito come quello giappo o USA,la colpa è solo di noi lettori?
Magari ci puoi fare un post sull'argomento.
micky
temo che per capire le ragioni e i meccanismi della "crisi" del fumetto italiano non basterebbe un intero blog, altro che un post! da noi, se la gente pensa al fumetto pensa a un sotto genere destinato a chi non capisce i testi se non sono accompagnati dalle figure. pensa "GLAB" e "ARGH", senza cognizione di causa e non crede che si possano raccontare storie belle e intriganti... romanzi illustrati. ma l'ottimismo è il sale della vita e chissà che, prima o poi, il fumetto d'autore nostrano non venga preso più in considerazione.
C'è da dire che finora ho comunque comprato ben pochi volumi a fumetti "da libreria", e da ben poco tempo. E a parte MAUS e PERSEPOLIS, si è trattato per lo più di speciali Marvel o DC.
La maggior parte delle graphic novel -o comunque delle opere dai prezzi non "popolari"- che ho letto finora le ho potute assaggiare coi volumi da edicola di Repubblica e della Gazzetta.
E lì, a parte autori come Pazienza, Giardino, Manara o Crepax non è che ci fosse tantissima altra roba nostrana che non provenisse da serie bonellidi (come prezzi e formato).
Persino il mitico RAT-MAN l'ho conosciuto lì!
Penso che, dati i prezzi maggiori dei volumi, la priorità sia stata data a quelli americani e giapponesi per motivi di completezza del personaggio collezionato (o dell'autore nel caso dei manga), non per motivi di qualità o prevenzione.
Quindi si potrebbero tirare in mezzo la pubblicità, la diversità dei tre mercati e tanti altri fattori discussi ampiamente su Forum specializzati.
Io in particolare mi sono fatto una cultura mesi fa sul blog di Roberto Recchioni, dove in diverse occasioni sono intervenuti addetti ai lavori, con riflessioni e confronti spesso interessanti, sul perchè le miniserie a fumetti in Italia non hanno alcuno sfruttamento al di là dell'uscita in edicola mentre in America -o altrove- ciò non accade.
Spesso ne sono attratta ma costano davvero troppo!!!
bè, intanto GRAZIE Giangidoe!
ti conosco solo attraverso i nostri blog ma so (e sento) che la tua recensione è onesta. e scritta davvero bene, come tuo solito!
il riferimento più azzeccato è "city of god" (dello stesso regista ora è in sala un nuovo film violentissimo, ma ne ho letto male...su filmTV). gli altri riferimenti sono più o meno inconsci, ma ci stanno eccome.
problema graphic-novel/Italia: come dice la carissima Giustina non basterebbe un blog per sviscerare il problema...nello spazio angusto di questo commento mi limito a dire:
NON ABBIATE PAURA DI COMRPARE ITALIANO!
io per primo sono diffidente verso di noi ma ci sto provando, e riuscendo, a superare i miei pregiudizi. i blog sono un'ottimo mezzo per pubblicizzarci e, guarda caso, proprio tu Giangidoe hai finito col comprare il mio italianissimo CANE...lo considero un buon risultato!
dobbiamo smetterla di temere "prezzi", "nome", "nazionalità" e buttarci un pò di più, santiddio...
Parole sante. Bisogna buttarsi di più, indagare, lasciarsi incuriosire e affidarsi al filo del telefono.
E i blog sono uno strumento utilissimo da questo punto di vista.
Comunque, visto che non l'ho detto in modo esplicito, integro qui in maniera più prosaica: COME UN CANE mi è piaciuto un sacco.
grazie della prosa e grazie dei fior!
(sondaggio: l'hai comprato in fumetteria oppure on line dal mio blog?)
No, a dire il vero l'ho comprato in una libreria (col 10% di sconto)...
Se comprando on-line non pagassi le spese di spedizione ed avessi pure uno sconto succoso forse mi converrebbe fare un'acquisto in blocco; ma io purtroppo non sono tipo da acquisti in blocco (studentesso universitario triste e squattrinato nella mia casetta umida...)
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