lunedì 23 giugno 2008

Le ore di religione


Ci sono esperimenti che si compiono volutamente e premeditatamente, ed esperimenti -ed esperienze- che si è trascinati a vivere per motivi vari ed in modo quasi estemporaneo. Ed è in quest’ultima categoria che rientra la mia recente partecipazione al raduno regionale di un gruppo carismatico (cristiano cattolico) con alcuni amici di famiglia e parenti stretti.
Dei vari eventi della giornata, ne ho seguiti solo due: il discorso del presidente nazionale del movimento ecclesiale in questione e la messa finale.
Il predicatore era un giovane uomo barbuto dall’aria distinta e bonaria, la parlantina sciolta, la dizione buona (sporcata solo dalle tipiche aperture vocali sicule), e il cognome inaspettatamente ispanico.
L’ambiente era molto vario: circa 2500 persone che andavano dall’anziano al bambino, con pochi malati evidenti e tanti, tanti giovani.
Di tutto ciò che mi aspettavo da quel contesto non è mancato nulla: la retorica sostenuta e iterativa da II media dell’oratore, i completamenti di frasi e citazioni bibliche urlate con gioia dai fedeli, occhi (semi)chiusi in contemplazione Spiritica, strette di mano ed abbracci sudati, braccia sollevate o portate misticamente al petto, svenimenti e pianti durante le invocazioni a Gesù (e guai a toccare o soccorrere la persona priva di coscienza, violando quel contatto così puro ed esclusivo con lo Spirito Santo), e compagnia bella.
Delle due ore di predica, le cose più neutre dette dall’uomo sono state alcune affermazioni che hanno:
-messo sullo stesso piano peccaminoso l’omicidio, lo stupro e la schiavitù con la separazione e l’eutanasia;
-giustificato biblicamente la figura del guaritore;
-insinuato un’affinità concettuale e comportamentale fra atei e mafiosi.
Alla fine dell’incontro, durante la pausa, ho assistito all’iraconda discussione fra una bellicosa signora scandalizzata dal “satanico” ciondolo a forma di corno -nero, per giunta!- indossato da una ragazza e la fanciulla stessa (anche lei lì per caso come me) che cercava imbarazzata ma irritata di non rispondere troppo a tono.
La messa è stata lunga e accorata nonchè arricchita da cori, balletti e testimonianze di fede finali. La prima era quella di una coppia “di fatto” –entrambe le parti divorziate e con figli- in cui la donna soffriva di depressione da quando si era fidanzata con l’altro fino a che la Madonna non le era apparsa dicendole che la chiave per guarire era la castità, che in seguito i due hanno cominciato a praticare felicemente (ormai erano due anni) in attesa di ottenere l’annullamento del matrimonio. La seconda l’ho solo intuita perché ce ne siamo andati: si trattava di un classico caso di guarigione da malattia. Ovviamente, per merito di Gesù.
Prima di questa esperienza credevo di essere molto tollerante. Io spesso dico di me, per semplificare, che sono un “ateo disperato”, a sottolineare che la mia mancanza di fede non mi rende affatto spavaldo, spensierato o poco religioso.
Le mie opinioni sulla religione in quanto tale sono negative, quelle sulla Chiesa Cristiana sono pessime, quelle su questo nuovo papa nefaste. Tuttavia ho sempre creduto di rispettare le persone di fede, anche quelle più ferventi. Dopotutto, alcuni fra gli amici più intelligenti e simpatici che ho sono fortemente cristiani.
Negli anni ho dovuto gradualmente convincermi che –a quanto pare- si può far convivere l’analisi lucida e disincantata della realtà con alcuni convincimenti del tutto indimostrabili e irrazionali come l’esistenza di Dio o la prospettiva di una vita dopo la morte.
Ma dopo lo spettacolo di oggi, la sensazione che ha prevalso è stata la rabbia. Non l’incredulità, non il disagio, e senza dubbio non il rispetto della diversità culturale: solo fastidio e per di più rabbia.
So che non tutti i cristiani sono dei reazionari ed autosuggestionati creduloni intenti in estatici belamenti commossi. So che anche Gad Lerner si auspicava, da Fazio, un cristianesimo più progressista e lontano dall’ombra oscurantista e retrograda che quasi sempre lo caratterizza. So che il fatto (per quanto vero) che “cristianesimo” e “cretino” derivino dalla stessa radice è una provocazione, e che la tesi di Odifreddi non vuole sparare a zero su miliardi di persone intelligenti in maniera frettolosa ed indiscriminata.
Però il sostrato di questa fede e alcuni principi letterali della Bibbia non possono cambiare. E questo vale per qualunque altra fede.
La posizione della Chiesa sul sesso, sul divorzio, sull’eutanasia, sulle cellule staminali e l’aborto, sulla superiorità della preghiera sulla scienza, sul ruolo che la Chiesa stessa dovrebbe –di DIRITTO- avere nella società. Questi sono pilastri, postulati. E il solo fatto che, anche se in varie sfumature, esistano tali dogmatismi e acriticità dettate –o dedotte- da un libro a condizionare intere società mi riesce sempre più ostico sopportarlo.
La cosa curiosa è che probabilmente, in risposta al mio odio, quelle poche persone che si sono soffermate a guardarmi lì dentro -distraendosi dal tanto atteso flusso dello Spirito Santo- e che hanno colto il mio fastidio e la mia scarsa partecipazione hanno provato magari anche preoccupazione e un pizzico di benevola pietà per me.
E, cosa ancora più triste, probabilmente non hanno affatto torto.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

il fenomeno più preoccupante è che questi postulati, nei soggetti maggiormente fedeli alla chiesa, si sostituiscono a quel libero arbitrio di cui dovremmo beneficiare tutti indiscriminatamente: atei e non (disperati o meno). c'è troppa ingerenza su ogni sfera dell'esistenza da parte della chiesa, troppa voglia di esprimere giudizi, troppa tendenza ad indicare le chiavi di lettura per ogni evento. e quando c'è troppa corrispondenza tra il pensiero personale e le posizioni ecclesiastiche, il dubbio di essere di fronte a qualcuno che il lavaggio del cervello l'abbia subito, si fa forte. e lo sguardo impietosito a quel punto viene a me.

Anonimo ha detto...

Premesso che sarebbe venuta l'orticaria anche a me,in un raduno del genere(mio Dio che incubo)e che di certo non sono quello che propiamente si dice "un buon cristiano",ti chiedo:non ti sembra di esagerare?Sei propio cosi sicuro che il "sostrato di questa fede e alcuni principi letterali della Bibbia"siano quelli che credi tu?
La fede ho la si ha oppure amen,ma certamente ciò in cui molti cristiani sbagliano è nel fatto di avere fede nella chiesa,peccato però che dovrebbero avere fede in Cristo è basta.
micky

Giangidoe ha detto...

Il problema è che avere fede in Cristo vuol dire abbracciare gli insegnamenti della Bibbia, che ne racconta genealogia miracoli e aneddoti (oltre ovviamente a tante altre cose).
E anche se si coglie la natura metaforica di quel libro, o persino se lo si volesse completamente ignorare, il mio dubbio va oltre e si può applicare a qualunque altro testo sacro o religione: perchè credere in un Messia? Perchè credere in Dio? Perchè credere in un'eterna vita dopo la morte (e poi fatta di cosa, di quali piaceri, di quali consapevolezze)?
Per questo sono un ateo "disperato": non è solo la Bibbia o la nostra Chiesa a non convincermi, ma in generale i dogmatismi e la religione in sè (le sue pratiche in particolare).
Insomma: avere paura della fine della propria esistenza, del male che ci circonda, eccetera, e concludere che esiste un Dio cui tutti torniamo se siamo buoni è -per me- un gigantesco non sequitur.
E SO che le circostanze della vita cambiano e ti fanno cambiare quando e come meno te lo aspetti, ma ora che sono ancora lucido posso affermare che il mio pensiero (purtroppo drammatico e senza speranza) è questo.
Non ho altre soluzioni, nè credo che esistano.
La fede, giustamente, si ha o non si ha, come dici tu.
Ed io pagherei oro per averla.

Anonimo ha detto...

è folle a mio avviso ritenere che possa esserci un'entità che alla fine dei nostri giorni ci aspetti al varco per giudicarci e stabilire se in vita abbiamo fatto bene o male e se possiamo passare l'eternità in sua compagnia! non c'è favoletta più mediocre ed è uno degli assunti principali.. come si può credere nel peccato originale? che l'uomo sia peccatore non appena nasce e punto?come si può desiderare di crederci?
sarebbe come desiderare di divenire un giorno incapaci di scegliere liberamente senza provare un fortissimo senso di colpa. la fede non c'è là dove c'è la ragione.

Giangidoe ha detto...

@ tuiti:
Sono perfettamente d'accordo con te.
L'unica cosa triste è che questa disincantata consapevolezza non mi rende meno angosciante l'idea della mia stessa finitezza.
E' come quando il protagonista morente -non è il mio caso, per carità!- de LE INVASIONI BARBARICHE dice alla ragazza nel camion, dall'alto del suo convinto ateismo, di non voler smettere di esistere. Il punto è quello.
E poichè fra i tanti enigmi risolti dalla scienza (che hanno permesso gradualmente l'abbandono delle relative superstizioni), l'unica questione irrisolvibile è proprio la finitezza -e la miseria- dell'essere umano, ecco la religione.
Semmai la scienza riuscirà a superare anche solo la barriera della morte (la miseria e l'infelicità è impossibile), probabilmente anche Dio non sarà più necessario.

Chit ha detto...

Non è questa la fede che (pu non praticandola) mi hanno insegnato a rispettare!?!

Una cosa del genere mi sa più di convention... :-S

Franca ha detto...

Le mie opinioni sulla religione in quanto tale sono negative, quelle sulla Chiesa Cristiana sono pessime, quelle su questo nuovo papa nefaste

Caspita! Su questi argomenti la pensiamo allo stesso identico modo...

Franca ha detto...

P.S.

...insinuato un’affinità concettuale e comportamentale fra atei e mafiosi

Questo ancora non mi era mai capitato di sentirlo, anzi mi risulta che molti mafiosi sono molto praticanti...

Giangidoe ha detto...

@ chit:
Indubbiamente. Si trattava pur sempre di un gruppo carismatico!
La fede che ho visto manifestare lì era comunque una ridicola e fastidiosa parodia di quella che ho visto -e vedo- coltivare, intimamente e seriamente, fra gli amici credenti più pacati.

@ franca:
L'affinità insinuata partiva dalla premessa, fatta dal predicatore, che tutti vogliono un mondo buono, anche chi non è Cristiano. E nel breve elenco, lui ha nominato insieme atei e mafiosi. Con una certa pausa, ma in quest'ordine.
Probabilmente non era un'allusione diretta, ma a me il senso di fastidio è rimasto...

Benedetta ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Benedetta ha detto...

Eh Eh! Il tuo post mi ha subito richiamato alla mente quella scena di Borat in cui il protagonista (Borat, appunto) incappa in una riunione orgiastica di pentecostali. Ancora mi viene da ridere!
In tutti i modi, conosci l' Out campaign?

Benedetta ha detto...

ps: scusa, ho inavvertitamente eliminato il mio post, poi riscritto.

Giangidoe ha detto...

Gli ho dato un'occhiata e sembra interessante.
Condivido il fastidio per le ingerenze della Chiesa nella vita quotidiana, ma eliminare l'insegnamento della religione mi pare eccessivo e del tutto simbolico (dopotutto la storia della religione è cultura, quando non è catechismo).
Il problema è che la fede dovrebbe essere una questione PRIVATA e non data per scontata alla nascita, con tutti i problemi politici e sociali che questo comporta a più livelli.
E poi il rischio di un OUT CAMPAIGN è che persino questa sorta di NO LOGO religioso diventi anch'esso un logo (e le magliette finali lo suggeriscono).

Anonimo ha detto...

ma noi lo sappiamo che prima o poi john doe incapperà nelle nostre vite e in cambio di qualche favore ci renderà immortali..

Giangidoe ha detto...

Ah, l'immortalità...
Bisognerebbe dedicarvi un post appost.
Infinito, ovviamente.

Benedetta ha detto...

Sì, hai ragione. Però l'ideatore dell'out campaign ha colto perfettamente quell'intima sensazione di disagio che il dichiararsi atei comporta. L'essere atei non è forse un po' come schierarsi nell'ala estremista e acritica di una non-religione? E questo non comporta forse (come per tutti gli estremismi, del resto) una forte stigmatizzazione sociale?
Io e Andosan ci chiediamo se non esista un Outcampaign per gli agnostici, piuttosto.

Giangidoe ha detto...

Anche quella è una posizione interessante, ma non è la mia.
L'agnostico, se non sbaglio, sospende il suo giudizio sull'esistenza di Dio perchè sa di non avere elementi ed argomentazioni sufficienti per valutare.
Sinteticamente, si può dire che non si ponga il problema.
Io invece, per mia natura, il problema me lo pongo. E come detto in precedenza, per me l'esistenza di Dio non è una questione della quale valutare la verosimiglianza (come per la vita su altri pianeti o la coscienza collettiva delle formiche), ma solo una clamorosa costruzione umana.